A settembre la difesa di Francio Cioni chiese per l’imputato una riduzione della pena: solo oggi si esprime la Corte.
Era il 14 aprile del 2021 quando l’allora 73enne Franco Cioni soffocò nel sonno la moglie, malata oncologica di 68 anni, Laura Amidei. Il delitto avvenne a Vignola, in un’abitazione di via Degli Esposti. Dopo un lungo processo, oggi arriva la sentenza della Corte d’Assise.
Il terribile femminicidio
La tragedia risale alla notte del 14 aprile del 2021, quando la malata Laura Amedei morì nella sua casa per mano del marito, Franco Cioni. Come sostennero le perizie medico-legali, la donna venne soffocata con un cuscino, ma non soffrì.
Fu lo stesso 73enne a costituirsi ai Carabinieri subito dopo il folle gesto. L’uomo venne subito arrestato ai domiciliari: nelle successive udienze a cui si recò, spiegò di aver agito per porre fine alle sofferenze della moglie. Una volontà, però, mai espressa.
La condanna per Franco Cioni
Dopo la richiesta dello scorso 21 settembre della pubblica accusa di condannare Franco Cioni 21 anni di carcere, il procuratore capo Luca Masini aveva chiesto che venissero considerate prevalenti le attenuanti di particolare valore morale. In questo modo, la pena sarebbe stata ridotta di un terzo, scendendo a 14 anni di reclusione.
Secondo l’avvocato dell’uomo, Simone Bonfante, trattandosi di un omicidio aggravato per il quale era scattato il Codice Rosso, le attenuanti generiche non avrebbero potuto prevalere sulle aggravanti. Motivo per cui la difesa ha chiesto l’intervento della Corte Costituzionale.
Questa mattina, giovedì 9 novembre, la Corte d’Assise si è espressa sul caso riconoscendo tutte le attenuanti chieste dalla difesa. Riconoscendo quindi le attenuanti generiche sulle aggravanti, l’attenuante del risarcimento del danno e l’attenuante dei motivi di particolare valore morale, Franco Cioni è stato condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione.
