La denuncia della commissione per i diritti umani dopo lo scambio dei prigionieri tra Mosca e Kiev.
Il presidente della Commissione Diritti umani del parlamento ucraino, Dmytro Lubinets ha mostrato una foto delle soldatesse ucraine rasate a zero dai russi. Le 15 soldatesse facevano parte dei prigionieri rilasciati dalla Russia durante lo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev. Sotto la foto Lubinets scrive che tutte le donne in divisa avevano la testa rasata «In segno di umiliazione, arroganza e disprezzo».
Questo atto di umiliazione veniva praticato dai nazisti alle donne nei campi di concentramento. Un elemento che si aggiunge a quelli che l’indagine sta raccogliendo per portare la Russia davanti al Tribunale dell’Aia per i crimini di guerra che sono stati commessi durante questi 40 giorni di conflitto.
«Scopriremo ancora di più sui crimini contro militari e civili ucraini. Tutto questo diventerà la base per il Tribunale dell’Aia» scrive il commissario. Lubinets condanna questo e vedendo un’altra similitudine tra questa occupazione e quella dei nazisti. “In che modo le azioni degli occupanti russi sono diverse dai fascisti? In niente! Sono anche peggio».
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Soldatesse ucraine umiliate dai russi
Nel quadro delle atrocità commesse dall’esercito russo rientrano altri gesti di sottomissione e umiliazione dell’altro. Vi sono molte testimonianze di violenze e di stupri da parte dei soldati russi quando sono entrati nelle città per invaderle. Molti civili sono stati torturati e da ultimo le atrocità svelate a Bucha. Qui i civili sono stati legati e giustiziati alla nuca con un colpo di arma da fuoco, un’altra somiglianza con i nazisti delle SS. Ancora più atroce sono state le testimonianze di chi ha raccontato che qui i soldati usavano i bambini come scudi umani per proteggersi da eventuali attacchi.