Sparatoria a Trieste, l’enigma delle fondine. Il killer non risponde agli inquirenti. Il 29enne è accusato di omicidio plurimo e tanto omicidio.
TRIESTE – Sparatoria a Trieste, l’enigma delle fondine. La facilità con la quale il 29enne ha strappato le armi ai due agenti fa pensare a strumenti vecchi, come conferma il sindacato: “Ci sono stati problemi con le fondine – ha sottolineato il SAP – al primo è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura quando ormai era già in terra inerte a causa delle ferite per i colpi esplosi con la prima pistola sottratta“.
Le fondine sono state sequestrate per effettuare degli accertamenti. Al momento l’ipotesi più probabile sembra essere quella di attrezzature vecchie che hanno facilitato il killer ad entrare in possesso della pistola. Nelle prossime ore ci potranno essere importanti novità.
Le scuse della mamma del killer
In giornata sono arrivate anche le scuse della mamma del killer. “Mi dispiace tanto – ha detto la donna – non so come chiedere perdono a queste famiglie. Prego Dio che dia loro pace e che un giorno possano perdonare. Mi dispiace quello che ha fatto mio figlio, cosa si può dire ad un padre che perde un figlio o a un figlio che perde il padre“. La signora ha anche detto di aver segnalato più volte i problemi psichici del figlio.
Il killer non risponde
Il 29enne, intanto, si è avvalso nella facoltà di non rispondere. Il magistrato, per il rischio di pericolo di fuga e di reiterazione di reato, ha confermato l’arresto in attesa del processo. Secondo la perizia ad essere colpito per primo (due volte) è stato Pierluigi Rotta mentre Demengo è stato raggiunto subito dopo da tre colpi.
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