L’ex braccio destro di Grillo, coinvolto nello scandalo riguardante lo stadio della Roma, si è dimesso lasciando la carica di presidente dell’Acea.
Altra giornata di caos a Roma dopo il ciclone di arresti abbattutosi ieri su politici e imprenditori coinvolti nell’iter progettuale dello stadio della Roma. Nella giornata di ieri sono arrivate le attese dimissioni di Luca Lanzalone, uomo di fiducia del Movimento 5 stelle che era stato posto dalla Raggi alla presidenza di Acea. Dimissioni dovute e richieste a gran voce anche da Di Maio.
Intanto, al termine del Consiglio dei ministri, Alberto Bonisoli, ministro per i Beni Culturali, ha annunciato: “Ho autorizzato un’ispezione ministeriale: dovevamo dare un parere e ora vediamo se tutto è stato fatto come si doveva“.
Stadio Roma, indagato anche il sovrintendente Prosperetti
Altra novità di giornata è l’iscrizione al registro degli indagati del sovrintendente Francesco Prosperetti, che si occupò nei mesi passati del vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle. Sotto la lente d’ingrandimento un incontro tra Prosperetti e il gruppo Parnasi del 19 maggio 2017, seguito a breve dalla decisione di affidare i lavori per superare il vincolo all’architetto Paolo Desideri, amico di Prosperetti e datore di lavoro della figlia Beatrice.
Stadio Roma, Parnasi si difende
E dal carcere, come riferito dall’Ansa, fa sentire la propria voce l’imprenditore Luca Parnasi. “Non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni, ventiquattr’ore al giorno, solo per realizzare un progetto“. Queste le sue parole, affidate agli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, che oggi sono andati a trovare il proprio cliente a San Vittore.
Bufera che ha, per ovvie ragioni, travolto anche la sindaca Raggi. La prima cittadina ha provato a difendersi, definendo il Campidoglio parte lesa insieme ai romani e al club. Ma sulla possibilità di proseguire nell’iter per la costruzione dell’impianto ha ammesso di non poter essere ottimista.