Negli Stati Uniti, passaporti con la “X” per il terzo genere

Negli Stati Uniti, passaporti con la “X” per il terzo genere

Un momento storico nell’ambito dell’identità di genere, per gli Stati Uniti. “Un passo importante”, stando alla Casa Bianca.

Da oggi, 11 aprile 2022, i cittadini degli Stati Uniti potranno selezionare la “X” al fine di indicare il terzo genere nelle domande per ottenere il passaporto, in seguito ai primi documenti emessi a fine ottobre. Negli ultimi giorni, la Casa Bianca ha definito questo avvenimento “un passo importante”. Il presidente americano ha elogiato gli sforzi del Governo per permettere alle persone che non si ritrovano negli standard binari di maschio o femmina, al fine di avere accesso a documenti di identità congrui alla propria identità percepita.

Le parole di Blinken

“Il dipartimento di Stato ha raggiunto un’altra pietra miliare nel nostro lavoro per servire meglio tutti i cittadini statunitensi, indipendentemente dalla loro identità di genere”. Queste le parole del segretario di stato americano, Antony Blinken, che ha aggiunto quanto segue. “A giugno avevo annunciato che i richiedenti il passaporto Usa potevano selezionare autonomamente il proprio sesso e non erano più tenuti a presentare alcuna documentazione medica, anche se questo differiva dagli altri documenti di cittadinanza o identità. A partire dall’11 aprile, i cittadini americani potranno selezionare una ‘X’ come indicatore di genere sulla domanda di passaporto e l’opzione sarà disponibile per altre forme di documentazione l’anno prossimo”.

Stati Uniti

Stando a quanto rivelato dalla Cnn a fine marzo da un portavoce della Casa Bianca, l’amministrazione di Joe Biden annuncerà altre azioni che possano sostenere la salute mentale dei bambini transgender, oltre a rimuovere le barriere all’ingresso per i servizi di Governo per i trans americani, nonché migliorare la rappresentazione dei dati per le persone transgender.

Non è una prima volta assoluta

Gli Stati Uniti non sono il primo Paese ad avere l’opzione “X” o “Altro” per i passaporti. Stando ai dati dell’organizzazione Employers Network for Equality and Inclusion, ci sarebbero infatti undici Paesi nel mondo a presentare quest’opzione. Tra questi, l’Argentina, la Germania, il Canada, ma anche paesi dell’Asia come il Nepal, l’India e il Pakistan.