L’esecuzione di Daniel Lee è stata sospesa su richiesta dei parenti delle vittime, le quali temono il contagio. La pena capitale non si applica dal 2003.
STATI UNITI – L’applicazione della pena capitale dopo l’ultima volta, datata 2003, era prevista il 13 luglio. Ma il tribunale ha sospeso l’esecuzione per i rischi di contagio al coronavirus temuti dai parenti delle vittime.
Parenti vittime temono contagio
Pertanto, per Daniel Lee il momento dell’incontro con il boia è stato rimandato. I giudici dell’Indiana hanno infatti accolto la richiesta dei famigliari delle vittime che, invocando la propria vulnerabilità, hanno sostenuto di essere di fronte alla scelta impossibile tra il diritto ad assistere agli ultimi momenti del condannato e i timori di contagio in caso di assembramento.
Chi è il condannato a morte
Il detenuto Daniel Lee, un suprematista bianco, è accusato della morte di una coppia e di una bimba di 8 anni. Era il 4 maggio 1999. Una giuria del tribunale distrettuale statunitense del distretto orientale dell’Arkansas ha giudicato Lee colpevole di numerosi reati. Con addosso tre capi d’accusa per omicidio, Daniel è stato condannato a morte. In seguito l’assassino ha coperto le loro teste con dei sacchetti di plastica, li ha sigillati con del nastro adesivo, appesantiti tramite l’utilizzo di alcune pietre e ha gettato l’intera famiglia nel Bayou dell’Illinois.
Fine della “moratoria”
La pena capitale, pur essendo ancora in vigore in molti stati della federazione americana, di fatto non veniva più applicata, in ossequio a una sorta di moratoria, voluta dall’Amministrazione Bush.
Di recente, tuttavia, il ministro della Giustizia William Barr ha deciso di riprendere le esecuzioni della pane di morte. Sul tema si è espressa la Corta Suprema, in senso favorevole.
I giudici costituzionali infatti hanno deciso di non intervenire sul ricorso presentato da quattro detenuti federali nel braccio della morte, che saranno giustiziati tra luglio e agosto. Decisivo per il via libera al boia federale il blocco conservatore dei giudici costituzionali, mentre le due giudici liberal Ruth Ginsburg e Sonia Sotomayor hanno dichiarato che erano favorevoli a prendere in considerazione il caso.