Svolta storica a partire dal 2026 per quanto riguarda gli stipendi, sui quali non vi saranno più segreti: ecco cosa cambia.
Secondo la nuova direttiva europea 2023/970, approvato a maggio del 2024, saranno introdotte nuove disposizioni sugli stipendi a partire dal 2026, per i quali, dunque, non saranno ammessi più segreti in merito agli importi percepiti. Scopriamo, dunque, insieme quali sono i cambiamenti in procinto di arrivare.
Dal 2026 si potranno conoscere gli stipendi dei colleghi
In arrivo importanti novità per quel che concerne gli stipendi. A partire dal 2026, infatti, I lavoratori avranno il diritto di conoscere la propria retribuzione, ma anche quella dei colleghi che svolgono mansioni simili. È quanto stabilisce la Direttiva europea 2023/970, approvata a maggio dello scorso anno e in vigore entro il 7 giugno 2026.
Secondo i dati Eurostat aggiornati al 2023, nell’Unione Europea le donne guadagnano in media il 12% in meno rispetto agli uomini, con punte del 19% in Paesi come la Lettonia. Si registrano, inoltre, livelli decisamente elevati anche in Germania, in Austria e in Repubblica Ceca.

In controtendenza, il Lussemburgo registra una retribuzione media femminile superiore a quella maschile. L’Italia si colloca tra i Paesi con il gap più contenuto, fermandosi al 2,2%, ma ciò non basta ad escluderla dall’applicazione delle nuove regole europee.
La direttiva impone ai datori di lavoro nuovi standard di trasparenza. I candidati dovranno essere informati della fascia retributiva già nell’annuncio di lavoro o comunque prima del primo colloquio.
Sarà, inoltre, vietato chiedere informazioni sugli stipendi percepiti in precedenti esperienze lavorative. I lavoratori potranno accedere ai dati relativi al proprio stipendio e su quello medio, disaggregato per genere, di chi svolge ruoli analoghi all’interno dell’azienda.
Si potrà parlare della propria retribuzione, senza divieti
Alle imprese non sarà più consentito vietare ai dipendenti di parlare apertamente della propria retribuzione.
Inoltre, le aziende con almeno 250 dipendenti dovranno pubblicare annualmente un rapporto sul divario salariale tra i sessi. Per quelle con un organico tra i 150 e i 249 dipendenti, l’obbligo scatterà ogni tre anni a partire dal 2027, mentre quelle tra i 100 e i 149 saranno coinvolte dal 2031.
Nel caso in cui emerga un divario superiore al 5% non giustificato da fattori oggettivi e non corretto entro sei mesi, l’azienda dovrà avviare una verifica con i rappresentanti dei lavoratori.
Saranno, inoltre, tutelati i dipendenti che denunciano eventuali discriminazioni salariali, per le quali sarà il datore di lavoro a dover dimostrare l’assenza di disparità. Sono – infine – previste sanzioni e risarcimenti anche per chi è stato vittima di discriminazioni a livello retributivo.