Prima di uccidere moglie, figlio e suocera, Martino Benzi aveva ricevuto una cartella del Fisco per un debito mai pagato.
Prima aveva accoltellato la suocera che si trovava in una casa di riposo, poi era tornato a casa per uccidere sua moglie e suo figlio. L’unico indizio lasciato da Martino Benzi, prima di suicidarsi dopo la strage di famiglia, è stato un bigliettino in cui confessava “Sono rovinato, non c’è via di scampo”. Ma a cosa si riferiva l’uomo? La risposta si nasconde dietro un debito non pagato.
Cosa si nasconde dietro il biglietto di Martino Benzi?
“Sono rovinato, non c’è via scampo. La colpa è soltanto mia. Andate a casa, troverete altri due cadaveri”. Queste le parole che Martino Benzi aveva scritto in un bigliettino prima di togliersi la vita. Con questa dichiarazione, l’uomo confessava le pressioni per alcuni problemi economici che lo affliggevano.
Secondo quanto emerso dalle ultime indagini, infatti, il 66enne aveva da poco ricevuto delle cartelle esattoriali, quando improvvisamente la sua rabbia si è trasformata in tragedia. Come riporta Repubblica, l’ingegnere di Alessandria doveva al Fisco oltre 50.000 euro, per un debito di 30.000 euro mai pagato.
Benzi, titolare di uno studio di consulenza informatica e di progettazione e realizzazione di siti web, aveva così avuto il colpo di grazia dopo la depressione che lo aveva colpito.
Il fratello: “Mi aveva chiesto un prestito”
Martino Benzi non aveva confessato a nessuno le preoccupazioni che lo affliggevano. Solo al fratello aveva confessato il debito di 30mila euro con l’Agenzia delle Entrate per Iva non versata. Tuttavia, aveva mentito assicurando di essere riuscito ad ottenere una rateizzazione del debito, che stava pagando tranquillamente.
“Diceva di non avere problemi economici, ad agosto mi aveva chiesto un prestito di 2mila euro, parliamo di una cifra modesta e quando si è liberi professionisti come lo era lui, è sufficiente che due clienti ritardino il pagamento che ci si ritrova in difficoltà”, racconta il fratello dell’ingegnere.
La strage di Alessandria
Intorno alle 7.30 del 27 settembre scorso, Martino Benzi si era recato nel giardino esterno dell’Istituto Michel, per accoltellare l’anziana suocera di 67 anni. Prima però, aveva ucciso con lo stesso coltello la moglie Monica Berta di 55 anni e il figlio Matteo di 17 anni, che si trovavano a casa.
I cadaveri dei due sono stati trovati poi dai carabinieri: il primo in salotto e il secondo nella sua camera da letto. Benzi si sarebbe cambiato e lavato, prima di andare a piedi fino alla RSA dove si trovava la suocera.