A 14 anni dalla strage di Viareggio, le famiglie delle vittime si trovano davanti alla beffa della Giustizia italiana.
Questa mattina, davanti al tribunale di Firenze, i familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno dato inizio ad una protesta contro il ritardo con cui gli atti del processo di Appello Bis sono arrivati in Cassazione, solo a maggio. Ben cinque mesi dopo il termine per il deposito dei ricorsi scattato a metà dicembre scorso.
La protesta delle famiglie delle vittime
Il padre di Emanuela Menichetti, si chiede se tutto ciò significa che, Mauro Moretti, all’epoca ad di Rete Ferroviaria Italiana e ex ad di Ferrovie dello Stato, “qualora venga confermata la condanna nel corso del processo che si aprirà il 29 novembre, non sarà chiamato a scontare neppure un giorno di carcere avendo ormai compiuto 70 anni”.
Anche Irene Galletti, capogruppo del Movimento Cinque Stelle nel Consiglio Regionale della Toscana, commenta dicendo: “Vogliamo conoscere le motivazioni che hanno ritardato l’invio degli atti in Cassazione”. Anche i Riccardo Ricciardi e Andrea Quartini presenteranno un’interrogazione alla Camera per fare luce sul tema.
La strage di Viareggio
L’incidente ferroviario accaduto il 29 giugno 2009 nella stazione di Viareggio, si è trasformato in un disastro concludendosi nella strage che ha ucciso 32 vittime innocenti, ferito un centinaio di persone e quasi annientato un intero quartiere.
Pochi minuti prima della mezzanotte, un boato fragoroso ha squarciato un’intera comunità. Un carro merci, che trasportava gpl, esplose proprio mentre attraversava la stazione della cittadina toscana. Alcune persone morirono sul colpo, altri vissero una lunga agonia.
A soffrire ancora oggi sono le famiglie delle vittime, scomparse quattordici anni fa. Dopo processi, condanne, assoluzioni, la giustizia italiana ha dimostrato ancora una volta la propria lentezza, suscitando una bufera di polemiche, anche sul fronte politico.