Accuse reciproche tra Kiev e Mosca sulla responsabilità di questo crimine di guerra.
Varie esplosioni nella colonia penale per prigionieri di guerra controllata dai filorussi del Donesk a Olenivka hanno provocato 53 morti e molti feriti ucraini. Tra i prigionieri – ancora non si sa il numero preciso – facevano parte del battaglione Azov attori principali della resistenza ucraina nell’acciaieria di Azovstal a Mariupol. Questi erano prigionieri di guerra russi. Per i servizi segreti ucraini la responsabilità è russa ma – come sempre – Mosca nega e declina ogni responsabilità della strage.
Al contrario, il capo della repubblica filorussa del Donesk, Pushilin, ha accusato Kiev di bombardamento deliberato per non far parlare i soldati di Azovstal ed evitare le loro testimonianze sui crimini commessi. Nel carcere c’erano oltre 190 prigionieri che due giorni prima erano stati spostati da tre baracche a questo centro di detenzione di Olenivka. Ad essere trasferiti sono tutti quelli di Azovstal.
L’intelligence ucraina non ha dubbi: sono stati i russi
La teoria dei servizi segreti ucraini è che i russi abbiano fatto tutto da soli mettendo dell’esplosivo nelle celle dei prigionieri di guerra. L’ipotesi che possano essere stati missili ucraini è remota perché i vetri delle finestre non sono andati in frantumi. L’intelligence ucraina conclude che si tratta di un “innegabile atto di terrorismo delle forze armate occupanti”. Inoltre, la strage sarebbe stata eseguita dai mercenari Wagner coordinati dal ministero della difesa russo.
Per il ministro degli esteri ucraino Kuleba è “agghiacciante” e non ha dubbi che siano stati i russi a tirare colpi di artiglieria e accusare l’Ucraina di commettere crimini di guerra e nascondere torture ed esecuzioni. Anche Zelensky è intervenuto a riguardo dicendo che lo scopo dei russi è screditare l’Ucraina difronte ai partner occidentali per interrompere la fornitura di armi. “E’ un omicidio di massa deliberato. Chiediamo una reazione a parte dell’Onu e delle organizzazioni internazionali”.