Il Viminale sta preparando una stretta per le Ong sulla questione dei migranti da sottoporte al consiglio dei ministri europeo.
In occasione del vertice europeo di fine mese, il Viminale starebbe progettando un piano sul modello di Ankara. Mentre Palazzo Chigi tenta di ricucire con la Francia arriva la dichiarazione congiunta con gli altri paesi del Sud dell’Ue, esclusa la Spagna, che esprime la delusione per il mancato ricollocamento dei migranti. In arrivo anche una stretta del ministero degli Interni sulle Ong.
Il governo italiano chiede esplicitamente un regolamento europeo per le navi Ong e avvisa che se non avverrà si procederà con una soluzione nazionale, molto probabilmente sulla scia di quanto fatto nel 2018 con i decreti sicurezza di Salvini. Soluzione che il Viminale vorrebbe evitare. Il ministro Fitto assicura che “l’Italia non ha intenzione di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche. Non c’è intenzione di cambiare ogni volta le regole, ma di fissarle per la prima volta, stabilendo il principio che le coste italiane sono il confine dell’Europa”. Si chiede perciò “una risposta comune europea al problema della crisi migratoria”.
La proposta dell’Italia per bloccare il traffico umano
Al vertice dei ministri dell’Interno europei, Piantedosi chiederà lo stanziamento di ingenti risorse sul modello turco. Questo fa riferimento ai miliardi ricevuti dalla Turchia per difendere la Germania dai pesanti flussi dalla Siria attraverso la rotta balcanica. L’obiettivo del Viminale è organizzare campi profughi in Nord Africa, in particolare Tunisia e Libia, dove saranno presenti sia le organizzazioni umanitarie che le forze militari europee. “Dovremo garantire condizioni adeguate di accoglienza per i migranti e sicurezza soprattutto in Libia, dove la Russia destabilizza” spiega Palazzo Chigi.
Qui verranno identificati i migranti e raccolte le richieste d’asilo e a coordinare la gestione sarà l’Ue che in questo modo sarà in gradi di “distribuire equamente, nei vari Paesi europei, coloro che avranno diritto allo status di rifugiato. In questo modo verrebbe interrotto il traffico di esseri umani, si metterebbe la parola fine al drammatico massacro di migranti nelle acque del Mediterraneo e si fermerebbero le provocazioni delle navi Ong”, sostengono esponenti del governo.
La questione delle Ong è stata già affrontata con gli altri paesi di primo accesso nella dichiarazione congiunta inviata a Bruxelles secondo cui le navi battenti bandiera devono dirigersi verso quei paesi. Ma questo non è sempre facile perché sono spesso navi delle Ong di paesi del Nord. L’Italia si pone favorevole allo sbarco a patto che venga organizzato il ponte aereo da questi paesi per trasportare i migranti.