Vinta la causa da parte delle madri della bambina: sulla carta d’identità ci sarà ‘genitore’ al posto di madre e padre.
Sulla carta di identità di una bambina con due madri potrà comparire la dicitura neutra. E’ stato superato l’obbligo imposto da un decreto del 2019 dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, in seguito ad un ricorso fatto dalle due madri. Il giudice ha dichiarato che il vecchio decreto violava le norme, sia comunitarie che internazionali, e che il decreto sarebbe viziato da eccesso di potere.
Due madri di una bambina, la madre legale e quella adottiva, hanno fatto ricorso al Tribunale di Roma contro il decreto del 2019 dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che impone sul documento la dicitura “padre” e “madre” anzichè “genitore”. “Sulla carta di identità della bambina dovrà comparire la dicitura neutra ‘genitore'”, si legge sull’ordinanza, secondo cui il giudice avrebbe affermato la violazione delle norme, sia comunitarie che internazionali, e che il decreto sarebbe viziato da eccesso di potere.
Il caso delle due madri
L’avvocata Federica Tempori che ha assistito la coppia nella vicenda giudiziaria, spiega che in passato c’era stata una sentenza di adozione passata in giudicato: quando le mamme si sono presentate per chiedere la carta d’identità, “allo sportello hanno detto che non si poteva procedere con la dicitura neutra ma occorreva la scritta ‘padre e madre o chi ne fa le veci'”.
A quel punto le due madri si sono opposte, e dopo un primo ricorso al Tar si sono trasferite al tribunale ordinario che ha deciso di stare dalla loro parte e dar ragione alle donne. Il giudice ha condannato il decreto che violava le norme comunitarie e internazionali. “La carta di identità è, infatti, un documento certificativo di una realtà già pre esistente nell’atto nascita che stabilisce una madre partoriente e una adottiva. Non può quindi esserci discrasia tra documento di identità e l’atto di nascita”, dichiara Tempori.