Superbonus, si passa ad una “revisione selettiva”

Superbonus, si passa ad una “revisione selettiva”

L’attuale Superbonus costa troppo allo Stato: il governo Meloni non lo elimina ma dichiara una revisione dell’incentivo.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti traccia le linee guide di quello che sarà il nuovo Superbonus. Il governo non ha intenzione di eliminarlo, ma semplicemente revisionarlo per renderlo conforme alla situazione economica in cui naviga il Paese. In poche parole, l’attuale bonus costa troppo quindi si dovrà procedere con la cosiddetta “revisione selettiva”.

Giancarlo Giorgetti

Cifre troppo alte

Davanti le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, Giorgetti mostra le previsioni sulle modifiche da introdurre per quanto riguarda il Superbonus. Premettendo che è già previsto un décalage dell’agevolazione, si passerà quasi certamente da un 110% a un 90%: questo riguarderebbe una detrazione del 110% nel 2023, che poi scenderà al 70% nel 2024 e al 65% per il 2025.

Ad oggi però c’è anche un’altra novità. Secondo quanto detto dal ministro dell’Economia, “l’incremento, rilevato sulla base delle informazioni aggiornate al primo settembre, segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi di euro sull’intero periodo di previsione”. In particolare, per gli anni 2023-2026, “i maggiori oneri determinano un maggior onere, con il conseguente peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno, che potrebbe pregiudicare l’adozione di altre tipologie di intervento. Peraltro, la stima degli oneri per il superbonus 110% potrebbe subire un ulteriore incremento a fine anno considerando anche i dati al 30 settembre pubblicati da Enea”.

Cosa farà il governo?

Davanti a delle cifre così alte, il governo punta alla “revisione selettiva”, per cui i bonus cambieranno importi e regole. L’ipotesi è quella di estendere il Superbonus per le unifamiliari e per gli edifici pubblici. Si potrebbe avviare un’operazione “simile al 110% sugli edifici pubblici” per l’efficientamento energetico che permetterebbe di “dirottare l’offerta verso questo tipo di domanda, che non è più privata ma pubblica”.  

Riguardo alla decisione delle Poste di sospendere gli acquisti dei crediti del Superbonus, il ministro spiega: “Non ho mai fatto né mai farò telefonate presso istituti privati o simili per fare cose contro gli interessi aziendali. Le notizie apparse ieri le ho apprese come voi dalle agenzie e non credo sia opportuno per tanti motivi fare interventi di questo tipo. Smentisco categoricamente”.