Il re dell’eolico vito Nicastri collabora con i pm e porta all’arresto di due persone nel caso Arata. Nell’indagine è coinvolto anche il sottosegretario leghista Armando Siri.
Nuova svolta nel caso Arata, Vito Nicastri collabora con i pm. Il re dell’eolico, come è stato rinominato, ha deciso di collaborare con la giustizia e le sue rivelazioni potrebbero allargare le indagini a macchia d’olio facendo luce anche sulla consulente della Lega Paolo Arata oltre che sul sottosegretario leghista Armando Siri.
Caso Arata, Vito Nicastri collabora con i pm
Secondo le ipotesi investigative, Vito Nicastri sarebbe uno dei principali finanziatori della perenne fuga (o almeno latitanza) del super boss di Mafia Matteo Messina Denaro. Il latitante, ritenuto ancora di primaria importanza nel mondo della malavita, è il primo obiettivo delle autorità italiane. Le forze dell’Ordine solo pochi giorni fa hanno condotto una maxi retata contro la rete di fiancheggiatori di Denaro. Le rivelazioni di Nicastri potrebbero dare una nuova svolta alle ricerche.
Altri due arresti
Per quanto riguarda il filone di indagine che coinvolge Paolo Arata, le autorità hanno effettuato altri due arresti, allargando la rete degli indagini e portando alla luce un sistema ben organizzato e radicato sul territorio. Le persone fermate sono Giacomo Causarano, e Antonello Barbieri.
La posizione di Paolo Arata (consulente della Lega) e Armando Siri, sottosegretario leghista
Per quanto riguarda Arata, consulente della Lega, l’accusa è quella di essere socio occulto proprio di Vito Nicastri.
Altro nome caldo della maxi-inchiesta è quello di Armando Siri, finito nel mirino degli inquirenti per un’intercettazione in cui si parla di una mazzetta da 30.000 euro incassata proprio dal sottosegretario leghista, ormai dimissionario in seguito a una vera e propria battaglia politica con il Movimento Cinque Stelle. A fronte del pagamento, secondo le ipotesi, Siri avrebbe proceduto con l’approvazione di un emendamento al decreto sulle energie rinnovabili.