In Turchia sono state interrotte le ricerche dei dispersi in quasi tutte le province tranne che in quelle più colpite dal terremoto.
Dopo due settimane dal terremoto del 6 febbraio che ha devastato la Turchia e il nord della Siria sono state interrotte le ricerche in quasi tutte le province. Soltanto nelle due province più colpite Kahramanmaras e Hatay proseguono. Ad annunciarlo è stata l’agenzia governativa di soccorso (Afad). “In molte province le ricerche sono terminate. Continuano nelle province di Kahramanmaras e Hatay, in una quarantina di edifici”, ha detto il capo di Afad.
Le vittime del terremoto sono state oltre 45mila di cui 40mila soltanto in Turchia secondo l’ultimo rapporto ufficiale. La speranza di trovare persone vive dopo tutti questi giorni si è andata sempre più riducendo. Intanto è stata registrata una nuova scossa di magnitudo 5.1 ieri nella provincia di Kahramanmaraş in Turchia.
Arrivato un convoglio umanitario di Msf in Siria
Gli Stati Uniti hanno annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari da 100 milioni per aiutare i Paesi colpiti dal terremoto. Lo ha annunciato in Turchia il segretario di Stato Antony Blinken. Biden vuole destinare 50 milioni di dollari in assistenza umanitaria arrivando a 185 milioni di dollari. L’assistenza sarà destinata alle popolazioni vulnerabili colpite dal sisma e sarà disponibile per sostenere le organizzazioni internazionali e non governative che la forniscono, per l’approvvigionamento e la distribuzione di beni di prima necessità e di articoli salvavita come coperte, materassi, pacchi di cibo, indumenti caldi, tende e materiali per l’accoglienza, ma anche medicine e servizi per la salute, acqua pulita e programmi per il sostegno all’educazione dei bambini e dei giovani colpiti dal terremoto.
Un convoglio umanitario di 14 camion di Medici senza frontiere (Msf), è riuscito ad entrare in Siria attraverso la frontiera di Hammam. “Tuttavia – avverte la Ong in una nota -, è necessario un aumento urgente degli aiuti: nei dieci giorni successivi al terremoto, il numero di camion che hanno attraversato il confine è stato inferiore alla media del 2022”.
Le equipe di Medici senza frontiere, presenti sul territorio da 10 anni a causa della guerra, sono riusciti a soccorrere nell’immediato la popolazione con forniture mediche e chirurgiche ma hanno finito le scorte in pochi giorni. Msf sta fornendo assistenza e supporto medico alle persone che vivono in cinque centri di accoglienza nel nord di Idlib, offrendo cure mediche e distribuendo tende, acqua, pane, coperte, materassi ed estintori.