La Siria è isolata senza aiuti dalla comunità internazionale che faticano ad arrivare. L’evidente disparità con la Turchia.
Ieri a Damasco il presidente della Siria Bashar Assad ha incontrato il presidente dell’Oms Ghebreyesus per affrontare l’emergenza umanitaria dopo il terribile terremoto che ha devastato il nord del paese al confine con la Turchia. I funzionari dell’Oms hanno visitato Aleppo, seconda città più grande della Siria, gravemente danneggiata dal terremoto dove si rischia il colera. L’organizzazione mondiale della sanità ha garantito l’invio di aiuti medici nei prossimi giorni. Ma è chiaro il fallimento della comunità internazionale sulla questione e la disparità con la Turchia.
Come ha dichiarato anche un operatore di Medici senza Frontiere, in Turchia gli aiuti di medicine e cibo arrivano mentre in Siria no. Inoltre, la situazione aggravata dai 12 anni di guerra e dal terremoto ha subito un ulteriore danno dalla grande nevicata che c’è stata prima del terremoto. In tutto ciò, la maggior parte dei siriani che abitano in quelle zone vivono già in condizioni pessime nei campi di rifugiati. I soccorsi sono ostacolati dal regime di Damasco.
L’arrivo esiguo degli aiuti dalla comunità internazionale
Da parte dei siriani c’è la forte accusa contro la comunità internazionale che ha le mani sporche di sangue. Oltre a pochi medici spagnoli e gli aiuti dall’Italia, non è arrivato nulla in Siria, nessuna squadra di soccorso. Un siriano ha dichiarato sconfortato alla Bbc che il popolo siriano è stato abbandonato molte volte e si è abituato ad essere ignorato. Ma c’è ancora rabbia per il mancato aiuto.
L’Italia è stato il primo paese dell’Ue ad inviare gli aiuti in Siria quattro ambulanze e 13 bancali di materiale medico e di soccorso e quattro medici. Sono arrivati a Damasco ma non è certo che arriveranno alle zone colpite dal terremoto nel nord anche se Assad pretende che tutti gli aiuti passino per la capitale.
