Finanziavano il terrorismo, quattro arresti in Puglia

Finanziavano il terrorismo, quattro arresti in Puglia

Quattro persone arrestate in Puglia con l’accusa di finanziare il terrorismo. Un money transfer da un milione di euro per la jihad.

BARI – Quattro persone sono state arrestate in Puglia con l’accusa di finanziare il terrorismo. L’indagine, coordinata dalla Dda, si è conclusa nelle prime ore di lunedì 5 luglio con il blitz della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle durante i propri accertamenti hanno scoperto mille versamenti per oltre un milione di euro verso 42 jihadisti residenti in diversi Paesi.

L’inchiesta

L’inchiesta è partita nel 2017 dopo la segnalazione di due trasferimenti da 950 euro ciascuno fatto in poco meno di tre minuti da una agenzia money transfer gestita dal cittadino libanese.

Come riferito da La Repubblica, l’uomo era “considerato un collettore di denaro, a disposizione dei cosiddetti foreign terrorist fighters“. Le indagini hanno portato successivamente ad ulteriori trasferimenti dalla stessa sede verso diversi Paesi. “L’obiettivo – ha detto la Dda – sarebbe stato quello di aggirare la normativa antiriciclaggio ed evitare così il rischio di segnalazione di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia“.

Guardia di Finanza

Marocchino arrestato per aver fatto proselitismo in carcere

Un uomo di 35 anni ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per aver fatto proselitismo per l’Isis in una decina di carceri italiane. Secondo quanto riportato da La Repubblica, il marocchino in cella esaltava gli attentati più eclatanti, dalle Torri Gemelle a quello a Charlie Hebdo e detto che avrebbe “ucciso tutti gli italiani tagliandogli la gola, cavandogli gli occhi e facendo la guerra“.

Non vogliamo sminuire i fatti di Santa Maria Capua Vetere – ha detto il responsabili dell’Antiterrorismo Nobili riportato dal quotidiano italiano – ma bisogna ricordare che ci sono agenti che ogni giorno portano avanti una battaglia silenziosa di prevenzione contro il radicalismo islamico che nelle carceri trova un terreno fertile“.