Terroristi in fuga, la Francia assicura: esamineremo le richieste dell’Italia

Terroristi in fuga, la Francia assicura: esamineremo le richieste dell’Italia

L’arresto di Cesare Battisti ha acceso le luci dei riflettori della politica nazionale e internazionale sugli altri criminali italiani in fuga. Dalla Francia: esamineremo le richieste dell’Italia.

Cesare Battisti ma non solo. Sono più di cinquanta i terroristi italiani in fuga da anni. Battisti nel corso degli anni è diventato un simbolo, un emblema, ma il suo arresto non può bastare per soddisfare la richiesta di giustizia che agita l’Italia. Salvini è stato chiaro: la speranza è che si sia di fronte all’inizio di una nuova epoca all’insegna della legalità. E il messaggio non poteva non essere accolto dalla Francia, dove molti criminali italiani avrebbero trovato rifugio nel corso degli anni.

Terroristi italiani in fuga, l’impegno della Francia: esamineremo le altre richieste dell’Italia

Dopo il giorno destinato a rimanere nella storia dell’Italia, la Francia ha deciso di cavalcare l’onda lunga del momento assicurando che si impegnerà ad analizzare le richieste del governo italiano per quanto riguarda gli altri criminali che, proprio come Cesare Battisti, hanno trovato rifugio oltralpe dove hanno iniziato una nuova vita senza pagare il conto – decisamente salato – che gli era stato presentato dalla giustizia.

fonte foto https://twitter.com/poliziadistato

Le richieste che saranno ricevute prossimamente da parte delle autorità italiane le analizzeremo in modo approfondito, caso per caso, come abbiamo fatto negli ultimi quindici anni“, fanno sapere dal ministero della Giustizia francese ai microfoni dell’Ansa. Le autorità francesi hanno per voluto sottolineare come al momento il governo italiano non abbia presentato nessuna lista di criminali che si troverebbero attualmente in Francia.

Caso Cesare Battisti, incontro avvenuto con il legale

Intanto nel carcere di Oristano Cesare Battisti, dopo la prima notte in carcere, ha incontrato il suo avvocato, nominato subito dopo il suo ritorno in Italia. Il legale, raggiunto dai microfoni dei giornalisti dopo il colloquio con il suo assistito, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni alla stampa.