Quali rischi globali potrebbero emergere se Trump o Harris diventassero il prossimo presidente USA, il rischio terza guerra mondiale.
La possibilità di un nuovo conflitto, una terza guerra mondiale, è un tema che desta grande preoccupazione tra esperti e opinione pubblica. Di fronte alle elezioni del 2024 negli Stati Uniti, due visioni politiche divergenti sembrano emergere: quella di Donald Trump, ex presidente repubblicano, e quella di Kamala Harris, candidata democratica e sostenitrice della politica di Biden.
Entrambi hanno strategie che potrebbero influenzare la stabilità globale, ma chi dei due potrebbe avvicinarci di più a un conflitto su vasta scala?
Trump e la strategia della “pace attraverso la forza”
Donald Trump, figura di punta del Partito Repubblicano, ha una visione di politica estera focalizzata sull’interesse nazionale e su un certo isolazionismo, adattando i principi della Dottrina Monroe alla realtà attuale.
Trump evita interventi diretti in conflitti internazionali, concentrandosi piuttosto su alleanze selettive, come quella con Israele. La sua politica di “pace attraverso la forza” prevede un rafforzamento della marina e una presenza più attiva nel Pacifico, per scoraggiare la Cina e proteggere i partner americani. Tuttavia, questa retorica di deterrenza potrebbe portare a escalation involontarie, soprattutto nelle aree più instabili come il Mar Cinese Meridionale.
La visione di Trump si riflette anche nelle sue dichiarazioni sulla Cina, che considera un avversario economico piuttosto che militare. Le sue proposte di dazi e sanzioni potrebbero evitare uno scontro diretto, ma aumentare la tensione sul piano commerciale e tecnologico. Anche il suo approccio alle minacce interne, spesso più aspre delle sue dichiarazioni su potenze come la Russia, potrebbe però lasciare l’America meno preparata contro eventuali attacchi esterni.
Harris e il “multilateralismo democratico”
Kamala Harris sostiene una politica estera incentrata sulla cooperazione multilaterale e sul rafforzamento delle alleanze internazionali. La sua strategia per la sicurezza americana include il contenimento di potenze come l’Iran e la difesa di Taiwan in caso di attacco cinese.
Harris ha spesso sottolineato l’importanza di promuovere i diritti umani, elemento che caratterizza le politiche democratiche, ma questa posizione potrebbe rendere gli Stati Uniti vulnerabili a nuove crisi, coinvolgendoli in situazioni complesse come quelle in Medio Oriente.
In particolare, Harris ha dichiarato il supporto all’Ucraina “finché sarà necessario”, continuando la linea di Biden e rafforzando i rapporti con la NATO. Tuttavia, questo impegno potrebbe trascinare gli Stati Uniti in conflitti prolungati. L’ambiguità sulla gestione di crisi come quella tra Cina e Taiwan potrebbe poi portare a reazioni divergenti, con il rischio di escalation su scala regionale e globale. Sperando sempre che la terza guerra mondiale non diventi mai realtà.