La riforma del tetto al contante, approvata in Cdm, sparisce dal decreto Aiuti quater e si sposta in legge di bilancio.
Il 10 novembre era stato approvato in Consiglio dei ministri, da Giorgia Meloni insieme ad altri esponenti, la riforma che riguarda un rialzo del tetto al contante a 5.000 euro. La misura non era stata però pubblicata ancora sulla Gazzetta, e prima che potesse accadere il Governo ha deciso di spostarla dal decreto Aiuti quater in legge di bilancio.
In conferenza stampa Giorgia Meloni aveva confermato il rialzo del tetto al contante da 1.000 a 5.000 euro. Questa sarebbe stata una misura contenuta nel decreto Aiuti quater: ora sta circolando una versione del dl in cui la parte inerente al tetto è stata cancellata per essere spostata nella legge di bilancio.
La misura sparisce dal dl
Anche il leader della Lega ed altri esponenti politici avevano confermato la decisione contenente del dl. “Tetto al contante da mille a 5mila euro: altri passi in avanti, in coerenza col programma elettorale”, aveva twittato Matteo Salvini dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni aveva detto: “C’è anche l’innalzamento a 5mila euro del tetto del contante. L’avevamo nel programma e la scelta che è stata fatta è di allinearsi alla media europea”.
E’ passata esattamente una settimana dall’approvazione del decreto in Cdm, ma il fatto che non era stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale doveva far presumere che ci sarebbero potuti essere cambiamenti. La Lega spiega che la modifica riguarda solo lo spostamento della misura in legge di bilancio. La manovra sarà approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre per diventare ufficiale a partire dal 1° gennaio 2023.
Il motivo dello spostamento
In quanto i decreti emanati dal governo possono avere solo misure urgenti, quella del tetto al contante è stato spostato perché non ritenuto tale. Lo scopo è stato evitare che il decreto venisse firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per poi venir pubblicato sulla Gazzetta.
Il rialzo della misura fino a 5.000 euro aveva creato già diverse polemiche, in quanto potrebbe esserci la possibilità di usare più denaro contante aumentando i pagamenti in nero e l’evasione fiscale. Giuseppe Conte aveva definito la misura “un favore a corrotti ed evasori, un segnale negativo e un grande passo indietro per l’Italia”.
Resta però la misura che prevede di riconoscere un bonus per i commercianti che acquistano un Pos. Quindi, nel 2023, gli esercenti riceveranno uno sconto sulle tasse che potrà coprire anche il 100% del costo di ogni registratore elettronico che viene comprato, con un limite di 50 euro per ogni Pos acquistato.