Il centro si riorganizza per il 2025, Ernesto Ruffini e Paolo Gentiloni al centro del dibattito, con nuovi progetti per sfidare Elly Schlein.
Con il 2025 all’orizzonte, il panorama politico italiano si trova in una fase di profonda trasformazione, con Gentiloni pronto a diventare nuovamente protagonista. Ernesto Maria Ruffini, dopo le difficoltà di fine 2024, sembra in bilico come figura centrale del nuovo progetto politico centrista. L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, sostenuto dal gruppo vicino a Romano Prodi, rappresenta il candidato ideale per una piattaforma moderata e cattolica. Tuttavia, le incertezze sul suo futuro alimentano le discussioni su possibili alternative.
2025: un centro in fermento tra Ruffini e Gentiloni
In questo contesto, emerge la figura di Paolo Gentiloni, ex commissario europeo, che potrebbe rappresentare una valida opzione per guidare un Centro che guarda alla tradizione della Margherita. «Servirebbe una nuova Margherita, ma Elly deve ancora dare il via libera», si riflette tra i sostenitori di questa visione. Gentiloni, con la sua esperienza e autorevolezza, incarna l’idea di un federatore capace di riunire forze moderate e progressiste in un’unica coalizione.
Il ruolo di Marattin e le nuove prospettive
Parallelamente, si muovono altre forze nel panorama centrista. Luigi Marattin, ex Italia Viva, sta lavorando alla creazione di un nuovo partito liberale insieme a figure come Andrea Marcucci e Oscar Giannino. «Lontano dal centrosinistra e dal centrodestra, ma aperto al dialogo con tutti», promettono Marattin e Marcucci, indicando un approccio autonomo e indipendente.
Tra i nomi di spicco che potrebbero unirsi a questa iniziativa troviamo Giulia Pastorella, pronta a sfidare Carlo Calenda alle primarie di Azione. Questo movimento si propone di attirare l’attenzione di elettori disillusi da schieramenti ormai consolidati e aprire nuove prospettive nel dibattito politico italiano.
La strada verso il 2025 appare dunque ricca di sfide per il Centro. Le ambizioni di Ruffini e Gentiloni, unite alle iniziative di Marattin, delineano uno scenario in cui il protagonismo moderato potrebbe tornare a essere un punto di riferimento. «A gennaio dovrebbe partire la costituente del nuovo partito liberale, con tanto di congresso fondativo entro l’autunno del 2025», anticipano i protagonisti. La vera sfida sarà riuscire a costruire una proposta politica solida e attrattiva in un panorama sempre più frammentato. Così come riportato da iltempo.it