Trump e le deportazioni negli USA: il presidente eletto conferma il suo piano per la più grande espulsione di migranti nella storia americana.
Donald Trump, fresco di rielezione, ribadisce con fermezza la sua promessa su “la più grande deportazione di massa della storia americana” e ha sottolineato come questa decisione non sia legata a questioni economiche.
“Non è una questione di prezzo“, ha dichiarato, “Davvero, non abbiamo scelta. Quando le persone hanno ucciso e assassinato, quando i signori della droga hanno distrutto Paesi, e ora torneranno in quei Paesi perché non rimarranno qui“.
Trump e la politica di “deportazione” degli immigrati
L’idea della “deportazione di massa” – come riportato da Sky News, si pone in continuità con le politiche migratorie del primo mandato di Trump. Ma questa volta, secondo il presidente eletto, sarà attuata in modo ancora più esteso e capillare.
Il piano prevede di sigillare il confine con il Messico e di procedere con una “caccia ai clandestini” in tutto il Paese.
Il Tycoon intende ripristinare il programma “Remain in Mexico,” che obbliga i richiedenti asilo a restare in Messico durante il periodo di attesa delle loro udienze. Inoltre vuole rivedere il controverso “muslim ban“, un divieto d’ingresso per cittadini di determinati Paesi a maggioranza musulmana.
La costruzione del muro al confine con il Messico, simbolo della sua presidenza, riprenderà con una maggiore spinta, completando tratti ancora scoperti.
Per il presidente eletto, tutte queste misure non solo rafforzano il controllo sul territorio americano, ma rappresentano anche una risposta alla crescente preoccupazione interna per la sicurezza e la criminalità.
Il dialogo con Putin
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca si prospetta cruciale anche per gli equilibri geopolitici. Il presidente russo Vladimir Putin si è detto pronto a dialogare con il leader statunitense.
Il Tycoon, durante la campagna elettorale, aveva affermato di poter risolvere il conflitto in Ucraina “in 24 ore“. I dettagli del piano di Trump per l’Ucraina non sono ancora chiari.
Secondo indiscrezioni, egli intende proporre un cessate il fuoco e un’uscita di Kiev dalla NATO, mantenendo tuttavia l’integrità territoriale del Paese.