L’Assoturismo dichiara la carenza di personale nel turismo. Questo può aggravare la situazione della ristorazione.
Nei bar e negli hotel manca il personale. Secondo i dati di Assoturismo, mancano circa 300mila lavoratori. Una condizione che mette a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi, a danno di hotel, ristoranti e bar e anche dei negozi. Le figure maggiormente richieste sono barman, aiuto cuochi e personale di sala, al restaurant manager al commis di sala, dal maitre allo chef de rang.
Secondo il presidente di Federturismo Confindustria “mancano quasi 4 figure su 10”. Una vera e propria catastrofe per il mondo del turismo che poteva riprendersi definitivamente con l’estate dopo i due anni di pandemia e di chiusure forzate. La ripresa è minacciata dall’assenza di personale nel mondo del turismo. Assoturismo Confesercenti sottolinea che le imprese ricettive e la ristorazione devono riuscire a trovare almeno parte delle 300mila figure lavorative che attualmente non sono disponibili.
Le conseguenze negative però non sarebbero solo per il turismo ma anche per tutta l’economia. Andrebbero persi anche 3,2 miliardi di investimenti delle imprese del comparto e 7,1 miliardi di euro di Pil. “Gli stop and go delle attività turistiche nel 2020 e nel 2021, così come i ritardi nell’erogazione delle casse integrazioni, hanno allontanato dal comparto molti dipendenti che hanno cercato in altri settori posizioni lavorative meno precarie”, ha detto Vittorio Messina, Presidente Nazionale di Assoturismo Confesercenti.
Il cameriere ancora visto come lavoretto
Per far fronte all’emergenza attuale si deve facilitare l’incontro tra domanda e offerta nel turismo secondo il presidente. Ma è necessario anche un intervento del governo. “Le soluzioni prospettate dal Ministro Massimo Garavaglia sono un punto di partenza che condividiamo: la reintroduzione dei voucher sarebbe positiva, bisogna semplificare il lavoro a chiamata, rendendolo accessibile a tutti”.
Il problema sta anche nel fatto che la formazione dei giovani è bloccata “che preferiscono gli ammortizzatori sociali che rallentano il ritorno al lavoro”. Secondo i dati dell’ufficio studi di Fipe-Confcommercio, nel 2020 si sono persi 244mila lavoratori, di cui 116mila con contratti a tempo indeterminato.
In Italia purtroppo c’è ancora la concezione che il lavoro di cameriere è ritenuto un “lavoretto”, un ripiego in attesa di altro. Il tasso di disoccupazione giovanile al 24,5% in Italia, alle ultime posizioni tra i 27 Paesi della Ue, la mancanza di personale nell’industria del turismo evidenzia i limiti del nostro mercato del lavoro come la carenza del sistema formativo e un insufficiente collegamento con il mondo scolastico.