In vista delle vacanze pasquali scatta l’allarme perché la crescita del turismo si scontra con la mancanza di personale.
In primavera è previsto un nuovo aumento dei flussi di turisti sia dall’Italia che dall’estero visibile già dai primi “ponti” dell’anno e previsto per le vacanze pasquali. Secondo Confesercenti, sulla base di elaborazioni sul mercato del lavoro condotte da Cst, si prevede un aumenti di flussi anche per quest’anno dopo la ripresa del 2022 dopo lo stop Covid. Questa crescita, positiva per il turismo, si scontra però con la mancanza di personale e le difficoltà di reperire operatori del settore soprattutto durante i “ponti”. Si stimano circa 50mila lavoratori in meno.
Scatta l’allarme per i lavoratori del turismo. La ministra del Turismo Santanché ha dichiarato che nelle prossime settimane incontrerà le associazioni di categoria per affrontare questa questione. Insieme alla ministra del Lavoro Calderone, Santanché ha annunciato un lavoro congiunto per trovare soluzioni. “Al tempo stesso dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni raccontando loro quanto sia stimolante lavorare in un comparto così variegato e trasversale. E su questo, oltre a mettere in campo attività legate alla formazione, faremo una specifica campagna di comunicazione” ha aggiunto.
I lavoratori che mancano nel settore
La tendenza del settore turistico appare positiva anche per il 2023. Si prospetta quindi un aumento della produzione e dei posti di lavoro, dall’altro però il turismo soffre della carenza di personale. Questo problema è diventato strutturale e non più occasionale. “La questione della mancanza di personale nel turismo – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività, in particolare in alcune aree come la riviera romagnola. Ma problemi si riscontrano anche in Sicilia e in Sardegna”.
Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210mila addetti nelle imprese turistiche. In media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione. Quelle più difficili da reperire sono le figure non qualificate come facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie.
Per un cameriere semplice si parte da 1.560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si parte dai 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere. Se non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività.