Gli inquirenti proseguono le indagini sulla morte di Alex Marangon durante un rito sciamanico. Si cerca l’arma del delitto.
Gli inquirenti stanno intensificando le indagini sulla morte di Alex Marangon, il giovane barman di 25 anni trovato senza vita dopo aver partecipato a un rito sciamanico presso l’abbazia Santa Bona di Vidor, in provincia di Treviso.
Dopo una prima ipotesi di morte accidentale, gli investigatori sono ora sempre più convinti che si tratti di un omicidio. Il 10 luglio, i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell’abbazia e nei suoi dintorni alla ricerca di indizi e, in particolare, dell’arma del delitto.
Secondo le prime ricostruzioni, l’arma potrebbe essere un oggetto contundente, compatibile con le ferite rinvenute sul corpo di Marangon, specialmente nella zona della testa. Tra le ipotesi, si considerano un bastone o una pietra. Gli investigatori hanno esteso le ricerche anche lungo il fiume Piave, dove Alex è stato trovato morto, per individuare qualsiasi prova che possa confermare queste supposizioni.
Gli eventi della notte fatale
La notte tra il 29 e il 30 giugno, Alex Marangon partecipava a un evento di musica curativa all’interno dell’abbazia di Vidor. Si ipotizza che i partecipanti abbiano assunto un decotto a base di ayahuasca, una pianta allucinogena usata tradizionalmente nei riti sciamanici sudamericani. Durante il rituale, Alex avrebbe avuto una crisi e deciso di allontanarsi dall’abbazia.
Due guaritori sudamericani avrebbero tentato di calmare il giovane inseguendolo brevemente nei boschi circostanti. I due, attualmente fuori dall’Italia, hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare con le autorità italiane.
Il corpo di Alex è stato ritrovato il 2 luglio sul greto del Piave. Inizialmente, gli inquirenti hanno ipotizzato che il giovane fosse stato ucciso da sconosciuti incontrati lungo il fiume, ma questa pista è stata poi abbandonata. Le indagini si concentrano ora sui partecipanti al rituale, ipotizzando che Alex possa essere stato aggredito e picchiato mortalmente mentre tentavano di calmarlo.
Nuove prove e sviluppi
Un video, attualmente al vaglio degli inquirenti, sembra contenere elementi cruciali per le indagini. Nel filmato si sentirebbe Alex parlare da solo per poi gridare disperato: “No, no“. Inoltre, si intravede un’ombra di una persona che insegue un’altra, presumibilmente Alex, nei momenti precedenti alla sua morte.
Le indagini continuano senza sosta, cercando di fare luce su quella notte misteriosa e di trovare giustizia per Alex Marangon. Le autorità rimangono fiduciose che presto emergeranno ulteriori prove in grado di chiarire definitivamente la dinamica dei fatti.