La Russia dichiara un ultimatum alla città ucraina di Mariupol: militari lascino la città. Lo stato russo si dichiara poi disposto ad aprire un corridoio sicuro per gli aiuti umanitari, ma solo successivo al cessato fuoco.
Mentre il conflitto tra lo stato russo e quello ucraino continua incessante, tra missili, bombardamenti e fughe, la Russia decide di dichiarare un ultimatum verso la città di Mariupol, già colpita diverse volte dagli attacchi missilistici russi. La richiesta è chiara, la Russia è disposta a permettere un corridoio umanitario sicuro solamente quando ci sarà da parte della città un cessate il fuoco ed i militari lasceranno Mariupol.
La Russia chiede che il cessate il fuoco cominci alle nove e mezza orario di Mosca di lunedì. I corridoi umanitari per permettere ai cittadini ucraini una sicura evacuazione della città di Mariupol, verso un territorio che si trova sotto la gestione di Kiev, partirebbero alle dieci del mattino. Si ritiene però necessaria la cessazione del fuoco da entrambe le parti coinvolte nel conflitto, che verrebbe confermata con l’alzarsi delle bandiere. Di color bianco per l’Ucraina e di color rosso per la Russia.
La città ucraina di Mariupol non si arrende all’ultimatum russo
Secondo le richieste dell’ultimatum russo, i militari ucraini presenti nella città di Mariupol dovrebbero abbandonare la città dalle ore dieci ed entro le ore dodici, privi di qualsiasi arma. Forte però il no di Kiev. “La resa non è un’opzione”, dichiara la vicepremier ucraina Irina Vereshchuk in onda su Retequattro a “Zona Bianca”. La città di Mariupol non intende arrendersi e non si arrenderà mai. Possibile e necessario accordarsi per permettere l’apertura di un corridoio umanitario sicuro, ma impossibile accordarsi per una resa del popolo ucraino.