I racconti del reportage da Borodyanka mostrano una città distrutta, simile a Mariupol. In queste condizioni il recupero sarà difficile.
Il reportage da Borodyanka condotto dall’Ansa parla chiaro: dopo Mariupol è lei la città più distrutta fino ad oggi dal conflitto. La città in questo momento, con volontari, soldati e pochi superstiti, si concentra su una ruspa che cerca di spostare le macerie e demolire ciò che è rimasto di alcuni palazzi semidistrutti.
La scuola è diventata un punto di riferimento e lì le donne rimaste fanno la spola per ritirare pane e alimenti di prima necessità. La figlia del sindaco, Halina Yerko, deputata ucraina, sta continuando ad accogliere tutte le persone che può. “Borodyanka e tutti i suoi ventidue villaggi sono stati quasi completamente distrutti. Dopo Mariupol è la più danneggiata. Se l’Europa non ci aiuterà con dei fondi per la ricostruzione scomparirà” ha detto.
I primi passi per la ricostruzione
La deputata ha inoltre spiegato che il ministero dello Sviluppo ucraino ha già istituito una commissione per la ricostruzione ed è stata già richiesta una conta dei danni per Borodyanka. Ma dove andranno a vivere tutte le persone che popolavano la città? “Sicuramente dovrà essere trovata una collocazione per costruzioni temporanee” ha detto Halina Yerko aggiungendo però che senza soldi non si può fare nulla.
Intanto per strada c’è un grosso blocco di fogli con le copie dei passaporti degli scomparsi, dentro un vecchio frigorifero malandato usato come contenitore. Carte non più leggibili nitidamente, a causa della polvere mescolata alla pioggia.
La situazione a Mariupol e nella vicina Bucha non vanno meglio. Per Mariupol si era parlato di 10 anni necessari per la ricostruzione e di 2-3 miliardi di dollari solo per creare alloggi base per i cittadini. Adesso, invece, le stime per la ricostruzione sono salite di molto, attualmente a ben 12,5 miliardi di dollari.