L’Intesa ha trovato un accordo per contrastare i rincari del gas in crescita. Per Cingolani, la soluzione sembra solo una sanzione.
In Consiglio è stato trovato un accordo politico che prevede la riduzione obbligatoria della domanda di elettricità, il tetto sugli extraprofitti dei produttori e il contributo di solidarietà. Secondo il Ministro Cingolani, questa soluzione sembrerebbe solo “una sanzione”. A sottolineare i punti salienti sono gli Stati membri al Consiglio, prima dell’incontro che avverrà lunedì.
Una soluzione ai rincari del gas
I ministri dell’Energia dei Paesi dell’Ue, responsabili per circa l’80% dei consumi, stanno “lavorando” insieme per attuare le misure necessarie a contenere il prezzo del gas importato nell’Ue, con l’obiettivo di proporre misure concrete per contrastare i rincari del metano.
La commissaria europea all’energia, Kadri Simson, vuole trovare una soluzione che accontenti tutti gli Stati membri sulla questione del gas. La proposta riguarda un tetto limitato al gas importato dalla Russia, valutando un limite al prezzo del gas nella formazione di quello dell’elettricità. La proposta di fissare un prezzo massimo a tutte le importazioni, invece, non ha trovato consenso.
Si oppone la Germania, secondo cui ci sarebbe il rischio che l’Europa venga esclusa dalle forniture e che il gas finisca su altri mercati. Per questo Berlino ha deciso di considerare un pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro che include un tetto nazionale ai prezzi del gas. Questa decisione preoccupa la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, che invita a valutare se possa “generare distorsioni nel mercato interno”.
L’accordo politico
Il Consiglio in mattinata annuncia di aver trovare un accordo politico. Per mitigare i prezzi elevati dell’elettricità, sarà opportuno una “riduzione obbligatoria della domanda di elettricità, massimale sui ricavi di mercato dei produttori di elettricità inframarginali e contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili”.
⚡️ #TTE Energy | DEAL!👏 Ministers reached a political agreement on measures to mitigate high electricity prices: mandatory electricity demand reduction, cap on market revenues from inframarginal electricity producers and solidarity contribution from fossil fuels producers. pic.twitter.com/BLU4fxWNWj
— EU2022_CZ (@EU2022_CZ) September 30, 2022
E’ previsto, quindi, un taglio del 10% della domanda di elettricità, con una quota del 5% nelle ore di punta, tra dicembre 2022 e marzo 2023. Sugli extra-ricavi poi si prevede un tetto di 180 euro a megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti rinnovabili, nucleare e carbone. Le compagnie dell’oil&gas verserebbero invece una tassa sulla base dei profitti straordinari realizzati nel 2022, calcolati sulla base degli ultimi 4 anni a partire dal 2018.
Cingolani, “Lavoriamo su forchetta”
Secondo il Ministro Cingolani, il tetto globale al prezzo delle importazioni di gas sarebbe solo “una sanzione”, considerando che “ormai la Russia fornisce una percentuale abbastanza bassa del gas totale europeo” e rispetto ai rialzi delle quotazioni “credo che l’effetto sul prezzo medio sarebbe basso”.
Il Ministro propone di “fornire alla Commissione una lista con dei punti che dovrebbe consentire di costruire una proposta legislativa accurata”. Per questo, lunedì è previsto un incontro con gli Stati membri più “energivori” e prima che avvenga saranno inviati questi punti al Consiglio informale di Praga del 6 e 7.