La Russia minaccia di chiudere le forniture di gas ai paesi europei perché si rifiutano di pagare in rubli.
Il presidente Vladimir Putin insiste affinché i paesi importatori che fanno parte della sua black list, ovvero quelli nemici della Russia perché hanno imposto sanzioni, debbano pagare il gas in rubli. A questa richiesta tutti i paesi europei si sono opposti dicendo che si tratta di una violazione dei contratti, ma Putin non molla e rilancia con una minaccia.
La Russia pretende che i paesi europei paghino in valuta russa il gas che importano dal paese ma al G7 tutti hanno espresso all’unanimità un netto rifiuto. I paesi europei si sono aggrappati a ciò che è scritto nei contratti e la valuta di scambio prevista è l’euro. Qualsiasi deviazione sarebbe una violazione contrattuale. Ma il portavoce del Cremlino Peskov taglia corto sapendo di avere il coltello dalla parte del manico: «Se l’Europa dovesse rifiutarsi di pagare in rubli, l’unica certezza è che la Russia non le fornirà gratis il suo gas».
Anche l’Eni rifiuta di pagare il gas in rubli
Una dichiarazione che sa di minaccia. La Russia è pronta a tagliare le forniture di gas ai paesi europei che si rifiutano di pagare in rubli. La disposizione dovrebbe partire dal 1° aprile data in cui Putin ha ordinato di non ricevere più pagamenti in dollaro o euro perché “non ha alcun senso” per la Russia. Il motivo è far riprendere quota alla sua moneta. Dopo questa decisione il rublo ha recuperato valore in Borsa e ricevere pagamenti in rublo per il gas aumenterebbe di gran lunga la richiesta e il valore di questa moneta.
Per il G7 è una richiesta inaccettabile. “Tutti i ministri del G7 hanno convenuto che si tratta di una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti, il che significa che un pagamento in rubli non è accettabile” ha dichiarato il ministro dell’Energia tedesco, Robert Habeck. Anche l’Eni ha rifiutato il cambio di valuta. “L’Eni non pagherà il gas russo in rubli”, ha dichiarato l’ad Claudio Descalzi. “I contratti prevedono il pagamento in euro e dovrebbero essere modificati per cambiare i termini”.