Caso ex Ilva, ArcelorMittal rifiuta lo scudo penale offerto dal governo. Ultimatum di Conte: quarantotto ore alla società per decidere la nuova strategia.
Non avrebbe portato i risultati sperati il vertice a Palazzo Chigi tra i rappresentati di ArcelorMittal e il premier Giuseppe Conte. La società ha confermato l’intenzione di lasciare il polo di Taranto e ha fatto sapere di avere avviato l’iter per il ritiro dall’Italia.
Ex Ilva, trattativa in salita tra il governo Conte e ArcelorMittal
ArcelorMittal ha inoltre rifiutato lo scudo penale offerto da Conte ribadendo come ormai la situazione non sia recuperabile. Almeno non nei termini del contratto stipulato. Il rifiuto dei rappresentati del colosso industriale sembrano avvalorare la tesi di chi sostiene che il ritiro da Taranto sia il frutto di valutazione economiche mascherate con buone motivazione offerte ai franco-indiani dagli errori dei politici italiani. Tradotto, Mittal aspettava una buona scusa che l’Italia gli ha messo su un piatto d’argento.
Maggioranza divisa sullo scudo penale
A complicare la trattativa con ArcelorMittal c’è un governo diviso. Il premier Conte avrebbe messo sul piatto della trattativa uno scudo penale valido per tutti i casi si riveli necessaria una operazione per il risanamento ambientale. L’offerta del Presidente del Consiglio non è piaciuta al Movimento Cinque Stelle, che sulla battaglia contro l’ex Ilva ha costruito buona parte del suo consenso meridionale.
Le richieste di ArcelorMittal
Il problema sembra comunque secondario perché lo scudo penale non basta a Mittal che ha chiesto anche una sostanziale riduzione dei livelli produttivi con cinquemila esuberi. La proposta sarebbe stata rigettata con convinzione dal governo.
Ultimatum di Giuseppe Conte
Al termine di un lungo e complicato Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte ha dato ad ArcelorMittal 48 ore di tempo. E la speranza del premier è quella di poter incontrare nuovamente i rappresentanti della società per un vertice che possa essere risolutivo.