Università di Torino occupata, la professoressa promuove tutti con “voto politico”. La denuncia della polizia

Il Siulp, sindacato di polizia, ha denunciato quanto avvenuto all’università di Torino: “Tutti promossi con voto politico durante occupazione…”.

TORINO – Da giorni l’Università del capoluogo piemontese vive una situazione di agitazione. Nell’ateneo, infatti, si sono consumati scontri tra antagonisti e forze dell’ordine.

Università di Torino, tutti promossi…

E così, mentre l’ateneo era occupato, si è tenuto un esame nel quale i candidati sono stati tutti promossi con il cosiddetto “voto politico“. In pratica, il ’18’ è stato garantito a tutti gli esaminandi.

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La denuncia della polizia

A denunciare quanto successo giovedì scorso all’università di Torino è il Siulp, il sindacato di polizia, che parla di decisione che “ha dell’incredibile“. “Che sostenere gli esami universitari, mentre è in corso un’occupazione, avrebbe potuto suscitare preoccupazione tra gli studenti, è un dato di fatto – ha spiegato il segretario provinciale del Siulp, Eugenio Bravo -. In questo caso, tuttavia, la preoccupazione veniva risolta ‘brillantemente’ dalla professoressa che, con una protesta ufficiale, mal digerendo l’obbligo di trasferirsi altrove per ragioni di sicurezza, decideva di conferire un voto che consentiva a tutti gli studenti di superare l’esame, senza che gli stessi incorressero in particolari stress“.
In questo Paese – ha sottolineato Bravo – le azioni di prevenzione delle forze dell’ordine sono interpretate soprattutto da particolari aree politiche, sempre in senso negativo. Ma che possano quasi diventare il pretesto per superare un esame universitario, è incredibile“.

Agitazioni al Campus Einaudi

Nel frattempo, il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, dopo i disordini avvenuti giovedì e venerdì al Campus Einaudi e al Rettorato, culminati con l’arresto di tre antagonisti poi scarcerati, ha deciso che la concessione di spazi interni all’Università sarà concessa soltanto alle organizzazioni che sottoscrivono un documento in cui dichiarano di rispettare i principi di “democraticità, libera partecipazione, antirazzismo, antisessismo e antifascismo“.