Uomo bruciato vivo in auto a Reggio Calabria. Arrestata la moglie, suo figlio e l’amante. La vittima è stata attirata in una trappola.
REGGIO CALABRIA – Il mistero dell’uomo bruciato vivo in auto a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, l’11 novembre 2019 è stato risolto. Le indagini si sono concluse con il fermo della moglie, dell’amante e del figlio avuto da una precedente relazione.
Un piano congegnato fino al più piccolo dettaglio ed eseguito alla perfezione dai tre che aveva deciso di uccidere l’uomo lontano da casa per evitare di far ricadere sulla famiglia il sospetto.
Il piano dei tre
Un piano perfetto che ha sin da subito insospettito gli inquirenti. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la moglie ha invitato il marito a fare una gita in montagna per raccogliere funghi. Partenza la notte per arrivare nei boschi all’alba.
E proprio qui si è consumato l’agguato. La vittima è stata prima tramortita e poi trascinata in auto per dargli fuoco. Rapidamente hanno fatto perdere le proprie tracce per non essere scoperti. L’errore? Il telefono della vittima troppo lontano dalla macchina per fare pensare ad un suicidio. E i precedenti dalla donna hanno reso inutile il piano dei tre che sono stati arrestati.
Il precedente episodio
I sospetti si sono concentrati sin da subito sulla compagna. La donna, infatti, nel 2016 aveva tentato di avvelenare il marito. Episodi che hanno portato i carabinieri a capire che non si è trattato di un semplice suicidio ma, dietro la morte dell’uomo, c’era un piano premeditato da parte di tre persone.
Raccolte le prove è scattato il blitz degli inquirenti che hanno portato in carcere i responsabili di questo omicidio. Da capire, però, il ruolo degli indagati nell’agguato. E l’interrogatorio in questo caso potrebbe chiarire molto meglio la vicenda ed eventuali responsabilità.
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