Il ministro delle imprese Adolfo Urso parla delle aziende a rischio e del caso Lukoil e del piano dello Stato per farle crescere.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parla del caso di Priolo della Lukoil su cui è intervenuto lo stato. L’intenzione dello Stato è tutelare l’interesse nazionale in settori strategici, come ha sottolineato il ministro. «Per quanto riguarda la Golden power abbiamo individuato lo strumento compensativo per consentire alle aziende che fossero inibite di ottenere gli strumenti finanziari necessari alla loro crescita. Insomma quando lo Stato indica semaforo rosso per motivi di sicurezza nazionale nel contempo ha il dovere di fornire strumenti alternativi” spiega Urso.
Il ministro poi spiega la procedura utilizzata per Lukoil per tutelare l’interesse nazionale, un provvedimento su cui la società russa “ha manifestato l’intenzione di collaborare con il governo» ma assicura che non si andrà verso una nazionalizzazione della raffineria. L’amministrazione statale è solo temporanea per poi affidare la gestione a società dello stesso settore “al fine di garantire la continuità produttiva e quindi l’approvvigionamento energetico del Paese, anche a salvaguardia dell’occupazione”.
Imprese e Made in Italy ma anche comunicazioni
Urso parla anche del Pnrr e delle difficoltà dovute principalmente all’aumento dei prezzi delle materie prime. Il suo ministero è inoltre responsabile di una buona parte dei fondi del Pnrr: 10 investimenti e una riforma che però sono a buon punto perché mancava solo la proposta di riforma del Codice di proprietà industriale che è stata approvata.
Per quanto riguarda invece le telecomunicazioni secondo Urso, su cui ha la delega, la privatizzazione di 25 anni fa della Telecom è stata “la “madre di ogni errore”. Telecom era allora la sesta azienda globale, poi il declino inarrestabile ha pregiudicato la sviluppo tecnologico del Paese. Ora dobbiamo recuperare.”