La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al centro di un nuovo caso legato all’utilizzo di un jet privato.
Non solo la “stangata” sul caso vaccini, per Ursula von der Leyen è tempo di polemiche. In particolare a destare scalpore è stato il recente utilizzo da parte della presidente della Commissione Europa di un jet privato per una distanza “minima”. Un fatto che va decisamente contro i principi che la donna sta promuovendo in tema “Green Deal”.

Ursula von der Leyen e l’uso del jet privato
Un altro caso sulle spalle della von der Leyen. La numero uno della Commissione Europea, infatti, è finita al centro di uno “scandalo” per aver utilizzato un jet privato per coprire una distanza di spostamento “minima”. L’episodio che l’ha vista protagonista si è verificato allo scopo di spostarsi da Bruxelles a Lussemburgo, ovvero per un totale di 187 chilometri, affittando, come detto, un velivolo privato decisamente “molto ma molto inquinante” come ha sottolineato qualcuno.
Si tratta, indubbiamente, di un importante controsenso viste le politiche in chiave “green” che la donna continua a promuovere e pretendere per l’Europa.
Va detto, però, che la stessa von der Leyen ha fatto spiegare alla sua portavoce, Paula Pinho, che con lei c’erano anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e che tale scelta di prendere il jet sia stata dettata solo a causa della fitta agenda di impegni,
“Ipocrisia”: monta la polemica
La “giustificazione” data dalla presidente della Commissione Europea, però, non ha convinto tanto che sui social è stato possibile vedere come diversi volti anche della politica non l’abbiano “perdonata”. La leghista Susanna Ceccardi, per esempio, tramite alcuni post e video ha parlato apertamente di ipocrisia.
“La baronessa rossa dell’ipocrisia green”, si legge. “Mentre l’Unione Europea impone restrizioni ai cittadini, vietando le auto a diesel e benzina, Ursula von der Leyen prende il jet privato per spostarsi di 180 km. Questa è la loro ‘transizione ecologica’: sacrifici per il popolo, lusso e privilegi per l’élite e i burocrati”.