Il sostegno per Robert Kennedy Jr. è in calo, ma il suo appoggio a Trump potrebbe essere decisivo per le elezioni presidenziali del 2024.
Robert Kennedy Jr., membro di una delle famiglie più iconiche della politica statunitense, sta vivendo un momento di difficoltà.
Negli ultimi mesi, il sostegno per la sua candidatura è crollato, passando da un massimo del 15% a un minimo del 5% nei sondaggi nazionali.
Questa inversione di tendenza sembra essere collegata alla candidatura del vicepresidente Kamala Harris.
Tuttavia, l’annuncio recente voler appoggiare Donald Trump potrebbe avere un impatto significativo sul risultato finale delle elezioni presidenziali del 2024.
L’impatto potenziale di Kennedy Jr. nelle elezioni Usa 2024
Guardando alle elezioni Usa del 2024, come riportato da Il Tempo, il ruolo di Robert Kennedy Jr. potrebbe rivelarsi determinante.
Con Harris e Trump sostanzialmente alla pari nei sondaggi in stati chiave come la Pennsylvania, il 5% di sostenitori residui di Kennedy Jr. potrebbe rappresentare il fattore decisivo.
Se Kennedy Jr. – come indicato dalla sua recente dichiarazione di sostegno il Tycoon- riuscisse a convogliare i suoi elettori verso l’ex presidente, potrebbe ribaltare gli equilibri e garantire a Trump la vittoria.
Le situazioni analoghe nelle passate elezioni in Usa
Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti si sono spesso giocate su margini molto sottili, con i candidati terzi che hanno avuto un ruolo cruciale nei risultati finali.
Basti pensare al 2016, quando Hillary Clinton – pur avendo un vantaggio del 5% su Trump a fine agosto – perse le elezioni a causa della sconfitta in Stati chiave come: Pennsylvania, Michigan e Wisconsin.
Un fattore decisivo in quella tornata elettorale fu la presenza di Jill Stein, la candidata del Partito Verde, che raccolse un numero di voti superiore a quelli che avrebbero garantito la vittoria a Clinton in quegli stati.
Un discorso analogo vale per le elezioni del 2020. Joe Biden, nonostante avesse un vantaggio del 7% nei sondaggi nazionali a fine agosto, vinse contro Trump con margini estremamente ridotti in Arizona, Georgia e Wisconsin.
Anche in questo caso, i voti raccolti dalla candidata del Partito Libertario, Jo Jorgensen, furono superiori a quelli che il Tycoon avrebbe necessitato per assicurarsi la vittoria e mantenere la presidenza.