Vaccino Covid, i dati sui non vaccinati e quelli sull’efficacia dei vaccini. I numeri ‘in chiaro’ dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornati al 20 agosto.
Sono diversi gli spunti che emergono dall’ultimo rapporto sulla campagna di vaccinazione in Italia: il primo è che mancano milioni di vaccinati tra i cinquantenni, il secondo è che il vaccino contro il Covid è efficace e copre fino al 97% dal rischio morte.
#COVID19, EFFICACIA VACCINALE nella fascia 40-59:
— Istituto Superiore di Sanità (@istsupsan) August 20, 2021
– al 95% per i ricoveri (vs non vaccinati)
– al 97% per le terapie intensive
– al 95% per i decessi
Consulta i dati: https://t.co/tkh2KuM0KA pic.twitter.com/f5T4hvZSkv
Vaccino Covid, parte la ‘caccia’ ai non vaccinati
Per quanto riguarda i 50enni, ci sono almeno due milioni di non vaccinati. Parliamo del venti per cento circa nella fascia di età 50-59 anni. Il venti per cento che non ha ricevuto neanche la prima dose di vaccino. In realtà anche tra i 40enni ci sono diverse defezioni. Numeri alla mano, si parla di circa tre milioni di persone. Persone da convincere per portare a termine la campagna di vaccinazione nei tempi e nei modi previsti dal governo. Sono positivi i dati per quanto riguarda i giovani nella fascia di età 16-19 anni: il 40% circa della popolazione ha completato la campagna di vaccinazione e il 63% circa ha ricevuto almeno una dose.
C’è poi il problema del personale scolastico non vaccinato. Parliamo di circa 174.600 persone, quasi il 13% del totale. Per quanto riguarda il personale sanitario i non vaccinati sono l’1,82% circa, quindi la situazione è decisamente meno complicata.
Il governo è al lavoro per convincere gli indecisi ad aderire alla campagna di vaccinazione. Questo attraverso una campagna di comunicazione mirata e convincente, basa sulla trasparenza.
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L’efficacia dei vaccini contro il Covid
Per quanto riguarda l’efficacia del vaccino, nella fascia di età che va dai 40 ai 59 anni il vaccino copre fino al 95% per quanto riguarda i ricoveri, riduce del 97% il rischio di ricovero in terapia intensiva e riduce del 95% circa il rischio legato ai decessi. I numeri sono quelli condivisi dall’Istituto Superiore di Sanità nella giornata del 20 agosto.