Vaccino anche per chi ha il domicilio, la nuova ordinanza di Figliuolo
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Direttore: Alessandro Plateroti

Non solo i residenti: le Regioni dovranno vaccinare anche chi ha il domicilio

Vaccino Covid

Vaccino anche per chi ha il domicilio. La nuova ordinanza di Figliuolo potrebbe semplificare la vita a molti italiani.

ROMA – Vaccino da somministrare anche a chi ha il domicilio e non la residenza. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, il commissario Figliuolo ha firmato un’ordinanza destinata a semplificare la vita a molti italiani che vivono in una Regione diversa da quella di appartenenza.

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Nelle prossime settimane, infatti, le dosi potranno essere iniettate anche a tutte le persone che per vari motivi vivono in una città di una Regione diversa da quella di residenza. Presto saranno comunicati ulteriori dettagli, ma anche su questo c’è stato un cambio di passo rispetto alle indicazioni contenute nel vecchio piano vaccini.

La nuova ordinanza

A stabilire la nuova indicazione è stato il commissario Figliuolo con una ordinanza. “Ogni Regione o Provincia autonoma – si legge nel documento, riportato da La Repubblicadovrà procedere alla vaccinazione non solo della popolazione residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione o Provincia Autonoma“.

La norma dovrebbe entrare in vigore già nelle prossime settimane e potrebbe consentire a molti lavoratori o studenti di vaccinarsi senza ritornare nella propria regione di residenza.

Vaccino Covid
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Modalità ancora da definire

Le modalità sono ancora da definire con le singole Regioni. Non si esclude la possibilità di utilizzare le farmacie per i non residenti oppure le dosi che restano nei frigoriferi a fine giornata.

Questo tema è ancora irrisolto e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha ribadito la necessità di trovare una soluzione in tempi brevi. “Ne parlerò con il commissario perché sono convinto che un ragionamento con le Regioni per arrivare a dei protocolli di intesa che consentano di indirizzare ciò che avanza, non al 20enne ma a qualcuno che è in quella categoria lì sia possibile“. E i domiciliati potrebbero essere, almeno all’inizio, la soluzione ideale.

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ultimo aggiornamento: 31 Marzo 2021 9:58

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