Tensioni nella Lega: Vannacci assente al processo Open Arms a Palermo, mentre emergono sospetti su una possibile rottura con Salvini.
Oggi a Palermo si sta vivendo una giornata cruciale nel processo Open Arms, che coinvolge Matteo Salvini, ma ciò sta destando interesse è l’assenza del generale Vannacci.
Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, l’avvocato difensore del leader della Lega sta presentando la sua arringa.
Mentre i sostenitori della Lega si stanno radunando in piazza Politeama per esprimere solidarietà. Tra gli assenti spicca il nome dell’europarlamentare alimentando malumori e voci di dissenso all’interno del partito.
L’assenza del generale Vannacci
Il generale Vannacci, come riportato da Il Tempo, ha chiarito che non parteciperà fisicamente alla manifestazione in sostegno di Matteo Salvini, ma che sarà presente: “Con il cuore, con la mente e il pensiero“.
Tuttavia, questa assenza non è passata inosservata tra le fila leghiste, dove alcuni membri del partito non hanno nascosto il loro disappunto.
Nelle chat interne del Carroccio, si è fatto largo il malumore: “Vannacci ha preferito Rizzo a Salvini“, si legge in alcuni messaggi.
Riferendosi alla partecipazione del generale al congresso di “Meritocrazia Italia” insieme all’ex segretario di Rifondazione Comunista in programma oggi a Roma.
Questo accostamento ha fatto storcere il naso a diversi sostenitori della Lega, facendo emergere dubbi sul reale impegno di del generale nel sostenere il progetto leghista.
Crescono i sospetti di una rottura con Salvini
Oltre alle lamentele per l’assenza a Palermo, un’altra questione ha iniziato a serpeggiare tra i membri della Lega.
Alcuni hanno segnalato un dettaglio significativo riguardo lo statuto dell’associazione “Il mondo al contrario“, fondata dallo stesso Vannacci.
Le bozze del documento prevedono una clausola che vieta ai soci dell’associazione di iscriversi contemporaneamente a qualsiasi altro partito o gruppo.
Ciò implicherebbe che un membro di “Il mondo al contrario” non potrebbe aderire ufficialmente alla Lega, creando un potenziale conflitto di interessi.