Il calcio potrebbe cambiare ancora una volta (in pochi anni) e ancora una volta all’insegna del VAR: si pensa alla possibilità di chiamata da parte delle squadre.
Potrebbero cambiare nuovamente le regole del VAR, che di fatto nelle ultime stagioni ha rivoluzionato il calcio italiano e non solo. Lo strumento innovativo non ha cancellato le polemiche dentro e fuori dal campo e non salva la classe arbitrale delle critiche. Per questo motivo si starebbe pensando di introdurre il callenghe, ossia la chiamata della revisione da parte delle squadre.
Var a chiamata: la nuova possibile rivoluzione nel mondo del calcio
L’idea non è propriamente rivoluzionaria e caratterizza da tempo altri sport nei quali la tecnologia da anni aiuta gli arbitri nei momenti più difficili. L’idea sarebbe quella di una consultazione al VAR a chiamata. Ogni squadra avrà a disposizione una o più chiamate per ogni tempo che chiedere che venga ricontrollata l’azione incriminata. I tempi e modi della richiesta ovviamente dovrebbero essere decisi dall’Ifab.
La rivoluzione avrebbe un risvolto positivo. Nessuno potrebbe lamentarsi del mancato consulto del VAR da parte dell’arbitro, che potrebbe guadagnare nuovamente autonomia. Di fatto il gioco continuerebbe fino alla richiesta di una delle due panchine.
Siamo ancora in una fase embrionale, o meglio delle ipotesi. Non è chiaro se il VAR possa intervenire esclusivamente in caso di chiamata dalla panchina o anche in caso di richiesta. Nel secondo casi i tempi delle gare rischierebbero di allungarsi ulteriormente. E già ad oggi sei minuti di recupero non sono una novità particolarmente rara.
Gravina, gli arbitri vadano di più al monitor per consultare le immagini del VAR
In attesa di sviluppi sulla questione, la classe arbitrale deve provare a migliorarsi in questa stagione ancora in corso e già caratterizzata da diverse polemiche che sono entrate di diritto nel film del campionato.
Una proposta arriva da Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio: “Bisogna intensificare il ricorso all’on field review nei casi che rientrano nell’ambito del protocollo internazionale, per non alimentare polemiche strumentali che intaccano l’immagine del campionato“. Di fatto, per evitare accuse facili, gli arbitri dovrebbero recarsi al monitor per vedere e valutare le immagini.