La vedova di Davide Fabbri, ucciso da Igor il Russo, ha fatto causa contro lo Stato per negligenza. L’omicidio è avvenuto tre anni fa a Budrio.
Sono passati tre anni esatti (1 aprile 2017) quando Igor il Russo, all’anagrafe Norbert Feher, inizia la sua scia di sangue, uccidendo a freddo Davide Fabbri, giovane titolare di un bar in provincia di Bologna.
La vedova di Davide Fabbri fa causa allo Stato
A tre anni dal primo omicidio di Igor il Russo, dunque, la vedova della vittima, fa causa allo Stato italiano. “Stiamo preparando – ha spiegato l’avvocato Giorgio Bacchelli, legale della donna – la causa civile contro lo Stato italiano che fu negligente nel non eseguire due decreti di espulsione a carico di Igor, che rimase in Italia“. Per il 27 maggio è fissato anche l’inizio del processo di appello del killer, già condannato in primo grado all’ergastolo.
Negligenza per mancata espulsione
“Lo Stato ha sbagliato, nonostante i duplici mandati di espulsione Igor era ancora a piede libero sul territorio italiano. Per questo ho spinto io stesso la famiglia a formalizzare una causa allo Stato, per la mancata espulsione del killer – ha spiegato Augusto Morena, del comitato degli amici di Davide Fabbri –. Davide ha cercato in tutti i modi di salvarsi alla vita cercando di disarmare Igor, ma è stato tutto vano“.
La scia di sangue di Igor il Russo
Il 39enne serbo di etnia ungherese entrò nel bar “Il Gallo” di Riccardina di Budrio (Bologna) imbracciando un fucile da caccia e, dopo una colluttazione, assassinò con un colpo di pistola il titolare, Davide Fabbri. Durante la fuga, una settimana dopo, Igor il Russo uccise ancora, sparando al volontario Valerio Verri, di pattuglia insieme all’agente provinciale Marco Ravaglia, gravemente ferito nell’agguato. Dopo otto mesi di latitanza e una serrata caccia all’uomo, l’uomo fu catturato in Spagna dove aveva ucciso altre tre persone.