“Un canile a cielo aperto”: il viaggio di Schlein nei centri di Giorgia Meloni

“Un canile a cielo aperto”: il viaggio di Schlein nei centri di Giorgia Meloni

Viaggio in Albania per Elly Schlein: controllo al centro italiano e le polemiche sul ruolo del governo di Giorgia Meloni.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è volata per un viaggio in Albania. L’obiettivo? Una visita ufficiale al centro di accoglienza gestito dall’Italia.

Accompagnata da Matteo Mauri, responsabile della Sicurezza del Pd, la leader dell’opposizione ha ribadito le sue riserve su un’iniziativa mossa dal governo di Giorgia Meloni che, a suo dire, “calpesta i diritti delle persone“.

Meloni Schlein

Schlein e le critiche al centro di Giorgia Meloni in Albania

Durante la sua recente su La7, come riportato da Libero Quotidiano, Elly Schlein non ha risparmiato parole dure contro il governo di Giorgia Meloni, definendo sostanzialmente il centro in Albania un fallimento.

Non ci facciamo più dire che non ci sono i soldi per assumere medici e infermieri negli ospedali. I soldi ci sono: hanno appena buttato 800 milioni di euro per questi centri inutili in Albania, calpestando i diritti delle persone portate lì per poi scoprire che era illegale e avrebbero dovuto riportarle indietro“, ha dichiarato la leader dem.

Le sue parole, unite alla missione in terra albanese, sembrano indirizzate a smascherare quello che ha definito: “Un inutile centro in Albania che sta diventando un canile a cielo aperto“.

La resa della Geo Barents

La visita di Elly Schlein si colloca in un momento di grandi cambiamenti sul fronte migratorio italiano. Proprio oggi, l’organizzazione che gestisce la nave Geo Barents ha annunciato che sospenderà le operazioni di soccorso.

Una decisione che viene interpretata da molti come il risultato delle norme più stringenti introdotte dall’attuale esecutivo. L’organizzazione ha ribattuto, aggiunge Libero Quotidiano, che si sente “bersaglio di questo governo“.

La leader del Partito Democratico – dal canto suo – insiste nel denunciare quella che continua a definire una “gestione disumana” dei flussi migratori.