Dalle capitali di Parigi fino a Londra, passando per Firenze: l’esotico fascino delle città europee riprodotte in Cina.
In Cina, si è sempre più diffuso un progetto urbanistico che replica le grandi metropoli del mondo, quali Parigi o Londra. Infatti, è possibile visitare a oltre nove mila chilometri ad est della vera Tour Eiffel, la sua imponente replica alta 108 metri, collocata a Tianducheng.
Questa città, che fu inaugurata con l’ambizione di ricreare il fascino europeo, oggi ospita circa 30mila abitanti e si caratterizza per strutture e decorazioni che evocano vividamente il centro di Parigi, da viali a statue simili a quelle che si possono ammirare nella capitale francese.
Gli echi parigini e le repliche fiorentine in Cina
Non lontano da Tianducheng, sorge la Florentia Village che rispecchia l’architettura rinascimentale italiana. Ciò con i suoi porticati, canali e fontane, oltre a imitazioni del Colosseo e ponti veneziani.
Inaugurato nel 2011 vicino a Tientsin, come riportato da Ilpost.it, questo complesso di outlet ospita oltre 200 negozi di marchi prestigiosi come Gucci, Prada e Fendi. Questi grandi marchi attirano milioni di visitatori all’anno, generando un significativo fatturato annuale.
Nei dintorni di Pechino, e in altre aree, emergono strutture che riflettono l’architettura scandinava, ispirate in particolare alla città svedese di Sigtuna.
Altri esempi notevoli includono una replica del Campidoglio statunitense e un ponte ornato con immagini di Don Chisciotte. Più vicino a Tientsin, lungo la costa, un vecchio villaggio di pescatori è stato demolito per fare spazio a un nuovo distretto che richiama l’aspetto di Manhattan.
L’esperimento di Hallstatt e le regolamentazioni governative
Un altro caso significativo è quello della replica del paesino austriaco di Hallstatt in Cina. Secondo quanto riferito da Reuters nel 2012: “In un paese conosciuto per la sua abilità di produrre falsi che vanno dagli iPhone alle borse Birkin di Hermès – questo progetto rappresenta – “probabilmente il tentativo più ambizioso di imitazione“.
Recentemente, tuttavia, il governo cinese ha iniziato a limitare queste iniziative. Nel 2016, il ministro per gli Affari civili, Li Liguo annunciò misure restrittive contro l’uso di nomi stranieri e insoliti per vie e edifici, citando come motivazione la necessità di evitare: “Nomi che danneggiano la sovranità e la dignità nazionale, che violano i valori cardine del socialismo e la morale convenzionale“.