Le nuove accuse dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò contro Papa Francesco: recentemente scomunicato, denuncia un complotto per allontanarlo.
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, noto per le sue posizioni controverse e apertamente critiche nei confronti di Papa Francesco, è stato recentemente lasciato un intervista.
“Non voglio fare la fine del cardinale Pell, né del mio predecessore a Washington, il nunzio Pietro Sambi“, ha rivelato. Ecco le sue dichiarazioni.
Le accuse di Viganò contro Papa Francesco
Carlo Maria Viganò, 83 anni, è stato una figura di spicco della Chiesa cattolica, in particolare durante il suo servizio come nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016.
Tuttavia, come riportato da Il Tempo.it, è divenuto noto al grande pubblico soprattutto per le sue critiche feroci a Papa Francesco.
“Trattai io stesso il caso McCarrick e sin da allora ne chiesi la destituzione dal cardinalato“, ha dichiarato Viganò in una recente intervista. Riferendosi all’ex cardinale Theodore McCarrick, accusato di abusi sessuali su minori e adulti.
“I miei diretti superiori sono responsabili del non aver tenuto nel debito conto il mio giudizio basato su testimonianze incontrovertibili“, ha proseguito il monsignore.
Secondo Viganò, Papa Francesco sarebbe stato a conoscenza delle accuse contro McCarrick già dal 2013, ma avrebbe scelto di non agire per motivi politici.
L’ex nunzio ha, infatti, suggerito che il Pontefice fosse in debito con McCarrick per il supporto ricevuto nella sua elezione.
Inoltre, Viganò ha accusato il Pontefice di averlo personalmente punito togliendogli l’appartamento in Curia nel 2016.
“Era chiaramente un’azione vendicativa, Bergoglio voleva togliersi di torno chi sapeva troppe cose e non era manovrabile“, ha attaccato.
La risposta del Vaticano e la scomunica
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha recentemente reagito con fermezza alle dichiarazioni di Viganò, condannandolo per scisma e scomunicandolo.
Il Vaticano ha dichiarato: “Sono note le sue affermazioni pubbliche che si traducono nel rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice“, e come tali sono inaccettabili e in contrasto con la dottrina cattolica.
La scomunica di Viganò è un atto estremo, ma non sorprende considerando l’entità delle sue accuse e il continuo rifiuto di riconoscere l’autorità di Papa Francesco.
L’arcivescovo, tuttavia, rimane fermo nelle sue posizioni, dichiarando che “la verità viene prima di tutto“.