Violenza sessuale su cameriera 18enne: il racconto shock dell’amica

Violenza sessuale su cameriera 18enne: il racconto shock dell’amica

A Torino, un ristoratore 58enne è sotto processo per violenza sessuale su una cameriera 18enne: le accuse riguardano sette episodi.

Il caso di presunte molestie e abusi sessuali ai danni di una cameriera 18enne sta scuotendo Torino. Il presunto aggressore, un ristoratore di 58 anni, è attualmente sotto processo con l’accusa di violenza sessuale.

Come riportato da Fanpage.it, l’uomo avrebbe costretto la giovane cameriera a subire abusi, minacciandola con il licenziamento in caso di rifiuto.

Abusi su una cameriera sotto minaccia di licenziamento: la dinamica dei fatti

Secondo le accuse mosse dalla Pm, i fatti risalirebbero a qualche anno fa. La cameriera, che all’epoca dei fatti aveva 18 anni, lavorava presso il locale del ristoratore, situato nel quartiere Barriera di Milano.

La giovane aveva iniziato a lavorare durante l’estate, dopo il diploma, con l’obiettivo di guadagnare denaro per pagarsi gli studi universitari. Tuttavia, invece di trovare un ambiente di lavoro sicuro, la ragazza sarebbe stata oggetto di molestie e abusi sessuali.

Le accuse contro il ristoratore includono sette episodi di violenza sessuale. Tra le minacce di licenziamento, la ragazza sarebbe stata costretta a subire numerosi atti inappropriati. In un’occasione, l’uomo l’avrebbe baciata con forza dopo averla afferrata per il maglione.

In un’altra, le avrebbe intimato di spogliarsi. Inoltre, ci sarebbero stati contatti fisici indesiderati e frasi a sfondo sessuale. La ragazza avrebbe inizialmente subito queste violenze per paura di perdere il lavoro, che rappresentava per lei un’opportunità di indipendenza economica.

La denuncia e il processo

Nel dicembre 2019, la giovane cameriera ha deciso di agire, denunciando il ristoratore alla polizia. Da quel momento, la 18enne ha lasciato il lavoro e ha trovato un sostegno legale.

L’amica della ragazza, ascoltata in aula durante il processo, ha raccontato: “Le ho detto di andarsene, ma lei aveva paura: voleva comprarsi un’auto e il lavoro rappresentava un primo passo per affrancarsi dalla famiglia, con la quale non aveva un buon rapporto“.

Il ristoratore, attraverso i suoi legali, gli avvocati nega tutte le accuse e sostiene la sua innocenza. Tuttavia, le testimonianze e le prove raccolte dalla polizia e dai pubblici ministeri sembrano dipingere un quadro preoccupante.