Aumentano i casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini: cos'è
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Un altro virus respiratorio sta colpendo i bambini: è l’RSV. Cos’è e quali sono i sintomi

Ospedale

Scatta l’allarme per un improvviso aumento di casi di infezione da virus respiratorio sinciziale nei bambini.

Il nuovo allarme sanitario arriva dagli Stati Uniti, dove i Centers for Disease Control and Prevention segnalano un aumento di infezione respiratoria sinciziale tra i bambini. Il virus respiratorio sinciziale si manifesta solitamente nel corso dei mesi freddi. A preoccupare è l’aumento di casi che procede di pari passo con l’aumento di casi di contagio da variante Delta del Covid. Negli Usa i primi casi si sono registrati ad agosto, in Italia la situazione è venuta in qualche modo alla ribalta nel mese di ottobre, quando sono aumentati i casi e purtroppo anche i ricoveri in area medica e in terapia intensiva.

Bonus Natale 2024:
a chi spetta e cosa c'è da sapere

Cos’è il virus respiratorio sinciziale

Il virus respiratorio sinciziale non è nuovo, anzi. Si tratta di un virus respiratorio che ha effetti più gravi nei neonati e negli anziani soprattutto con patologie. La ricerca e gli studi hanno portato all’individuazione di soggetti a rischio, come ad esempio i bambini cardiopatici e prematuri.

Quali sono i sintomi

I sintomi interessano le vie e gli organi della respirazione. Come per il coronavirus, i primi sintomi possono essere confusi con quelli del raffreddore: mal di gola, tosse, starnuti e febbre. Compaiono in un secondo momento sintomi più indicativi legati alla respirazione.

Nei casi più gravi per fronteggiare l’apnea e la mancanza d’aria si procede con la somministrazione dell’ossigeno. In alcuni casi, nei più gravi, si procede anche con il ricovero in terapia intensiva.

Terapia intensiva coronavirus
Terapia intensiva coronavirus

Aumentano i casi di infezione da virus respiratorio sinciziale nei bambini

La prima domanda è se questo aumento di casi sia in qualche modo collegato e collegabile con il Covid. La risposta è no o almeno non direttamente. Nel senso che il picco potrebbe dipendere dal fatto che nel corso dell’ultimo anno e mezzo, tra chiusure, restrizioni e distanziamento, i bambini hanno avuto una esposizione minore ai virus. Il sistema immunitario sarebbe quindi poco allenato e meno reattivo di fronte ad una minaccia esterna.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 8 Novembre 2021 23:35

Covid, casi gravi e ricoveri anche tra giovani e bambini

nl pixel