L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno del Gran Sasso Science Institute dell’Aquila.
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha preso parte alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico del Gran Sasso science Institute dell’Aquila e ha preso la parola nella Lectio Magistralis. Il tutto ovviamente si è svolto online per le misure anti Covid.
Ignazio Visco alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno del Gran Sasso science Institute dell’Aquila
Ovviamente nel corso del suo intervento Ignazio Visco ha fatto il punto sui temi caldi dell’economia italiana e internazionale.
La prima riflessione è sul Pil, che tornerà, secondo il numero di Bankitalia, ai livelli pre-crisi sono dalla seconda metà del 2023. Uno scenario evidentemente complicatissimo da gestire.
Lo scenario, secondo Visco, è quello di “un sostanziale ristagno dell’attività economica nel complesso di circa un ventennio, dopo un lungo periodo, peraltro, di crescita in media già debole“.
In effetti l’obiettivo deve essere quello di tornare ai valori del 2007. Si parla quindi dei livelli registrati prima della doppia recessione che ha investito l’Europa.
Il Recovery fund “deve favorire un rafforzamento del tessuto produttivo”
Tra i temi caldi del momento c’è anche, ovviamente, il Recovery fund. Si tratta di uno strumento che Visco vede come “uno straordinario sostegno per colmare i ritardi nella ricerca, nella digitalizzazione e nella trasformazione in una economia a basse emissioni inquinanti“, ha dichiarato come riferito dall’Agi.
Il Recovery fund, ha proseguito, deve “favorire un rafforzamento del tessuto produttivo e della capacità di azione delle nostre amministrazioni pubbliche. Può svolgere un ruolo cruciale nel cambiare il contesto in cui operano le imprese. Questo mettendole in grado di rispondere in modo efficace non solo alle sfide del progresso tecnologico e della globalizzazione, ma anche a quelle che saranno poste dall’eredità della crisi pandemica. A partire dai possibili mutamenti delle abitudini di consumo, delle modalità di interazione sociale, dell’organizzazione dell’attività produttiva“.