Nel suo ultimo editoriale, il giornalista Vittorio Feltri risponde ad un lettore ed elogia il discorso di Donald Trump.
Vittorio Feltri torna a parlare di Donald Trump attraverso le pagine de Il Giornale. Rispondendo a un lettore, il giornalista si sofferma sul discorso del tycoon americano, sottolineando come abbia suscitato reazioni contrastanti.
“Trovo che il discorso del nuovo presidente degli Stati Uniti, contrariamente a quanto sostiene la maggioranza dei miei colleghi, sia con ogni evidenza ponderato,” scrive e continua spiegando il motivo.
La delusione di chi vede in Trump un pericolo globale
Secondo Vittorio Feltri, la reazione ostile verso Trump proviene da chi lo considera il “male assoluto” e una minaccia globale. “A restare delusi sono stati quanti seguitano a proporre Trump quale male assoluto e pericolo mondiale,” afferma il giornalista, notando come tali critiche persistano nonostante “la sensatezza delle frasi pronunciate” dal presidente.
Il giornalista difende il valore democratico del successo elettorale del Tycoon, criticando coloro che lo dipingono come un despota. “Una verità indigeribile alla sinistra,” sottolinea, rimarcando come la narrativa anti-Trump si basi spesso su pregiudizi ideologici piuttosto che su una valutazione oggettiva dei fatti.
Uno dei punti centrali del discorso del neo-presidente, apprezzato dal giornalista, è il richiamo al merito come principio cardine della società. “Sembra che oggi ‘merito’ sia diventata una parolaccia,” scrive, aggiungendo che il tycoon ha saputo valorizzare un concetto “agli antipodi rispetto al razzismo e al fascismo.”
Feltri e l’opinione sul genere e l’identità
Altro tema di rilievo trattato nel discorso di Trump, e ripreso da Vittorio Feltri, è la questione dei generi. Il giornalista elogia la chiarezza del presidente nel ribadire che “i generi non sono che due, maschile e femminile.” A suo avviso, si tratta di una necessaria riaffermazione di una verità biologica che “le schizofrenie progressiste sul genere neutro o fluido” hanno trasformato in motivo di confusione sociale.
L’editorialista critica duramente il cosiddetto “lavaggio del cervello” fatto alle nuove generazioni, accusando una parte della società di voler “insinuare nei bambini l’idea malsana che si venga al mondo neutri.” Infine respinge categoricamente queste tendenze, definendole “pura follia” e “pura violenza.”
