Vittorio Feltri analizza con la situazione di Milano criticando apertamente la gestione del sindaco Beppe Sala.
Dopo l’elogio al campione del tennis, Jannik Sinner, Vittorio Feltri torna ad affondare con forza, questa volta prendendo di mira il sindaco di Milano, Beppe Sala. In un intervento pubblicato sul Giornale e riportato da Libero Quotidiano, il celebre giornalista offre un’analisi durissima della situazione attuale del capoluogo lombardo.

La situazione attuale a Milano: l’analisi di Vittorio Feltri
Su Il Giornale, come riportato da Libero Quotidiano, Vittorio Feltri entranel dettaglio delle violenze che hanno colpito la città, sottolineando la gravità degli episodi: “A Milano si accoltella per rubare una catenina (tutto vero, è successo a un turista americano ndr). Si sgozza per un telefono. Si sferra un fendente alla gola per le cuffiette dell’iPhone“. Non si tratta, secondo il giornalista, di episodi isolati o marginali, ma di “crimine sistemico e codificato, perpetrato da bande organizzate, composte da giovani nordafricani, che agiscono con brutalità professionale“.
Il giornalista denuncia anche il clima che, a suo avviso, impedisce un dibattito lucido sul problema: “Se lo affermi, vieni subito accusato di ‘razzismo’. È la formula magica per zittire chi denuncia“. E ancora: “Non stiamo parlando di poveri cristi disperati che rubano il pane. Stiamo parlando di criminali di elevata caratura, di predatori sociali che girano con coltelli in tasca e sangue nelle mani“.
L’attacco contro il sindaco Beppe Sala
Vittorio Feltri non usa mezzi termini: “Tu hai paura. Le tue figlie hanno paura. Milano ha paura. Ho paura anche io. E il sindaco cosa fa? Niente. O meglio: nega“. Una frase che sintetizza l’accusa principale rivolta a Beppe Sala.
“Da anni si comporta come un impiegato dell’ufficio negazioni“, scrive il giornalista, “con la prontezza di chi al primo accoltellamento di turno si affretta a fare sapere che ‘è un caso isolato’, ‘è stato un momento’, ‘non facciamo allarmismo’“.
La conclusione è secca e inequivocabile: “Restituire dignità, autorità e centralità alle forze dell’ordine. Bisogna espellere chi delinque“. Un appello che arriva proprio mentre la giunta milanese è scossa da inchieste giudiziarie. E il giornalista chiude con un’amara constatazione: “Non c’è più la Milano di una volta“.