Il gas russo continua a essere uno dei problemi principali per l’economia europea. Ne ha parlato anche la presidente Von der Leyen.
La guerra in Ucraina ha causato uno stravolgimento politico, sociale ed economico senza precedenti, almeno nell’ultimo decennio, in Europa. Con la crisi migratoria e umanitaria del Paese di Volodymyr Zelensky, nonché con i tagli al gas russo, i leader europei non sanno più dove mettere le mani. Ma è proprio il gas russo a essere uno dei nodi più problematici. Anche Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha parlato del problema.
Le parole della presidente della Commissione europea
“Dobbiamo prepararci per ulteriori problemi nelle forniture di gas, anche per un taglio completo da parte della Russia – ha detto Ursula Von der Leyen intervenendo nella plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo – nel complesso oggi 12 Paesi membri sono direttamente colpiti da una riduzione totale o parziale delle consegne di gas“.
“È ovvio: Vladimir Putin continua ad usare l’energia come un’arma. È per questo che la Commissione sta lavorando a un piano di emergenza: presenteremo questo piano e gli strumenti necessari entro la metà di luglio. Gli Stati membri hanno i rispettivi piani nazionali di emergenza già in vigore. Questo è positivo, ma servono un coordinamento europeo e azione comune. Dobbiamo assicurarci che, in caso di forti difficoltà, il gas fluisca verso i luoghi in cui serve maggiormente. Dobbiamo fornire solidarietà europea. E dobbiamo proteggere il mercato unico e le catene del valore dell’industria“, ha commentato Von der Leyen.
Le scorte di gas naturale presenti nel territorio europeo “una settimana fa erano al 55% e ora dovremmo essere al di sopra” di tale soglia. Il G7 ha dunque deciso di lavorare a livello internazionale al fine di arrivare a un “potenziale meccanismo” il quale imponga un tetto al prezzo del gas russo. Servirà dunque “un approccio globale, un’alleanza di molti Paesi disposti a mettere un tetto al prezzo del petrolio russo e bisognerà convincere molti Paesi che non vogliono unirsi all’alleanza perché non aggirino” tale tetto.