Manca ancora una legge per far votare i fuori sede

Manca ancora una legge per far votare i fuori sede

Nonostante il gran numero di fuori sede, in Italia viene ancora negato il diritto di voto a chi vive lontano da casa.

In Italia ci sono 5 milioni di studenti e lavoratori che vivono in una città diversa da quella di residenza. Ma ancora non si è trovata una soluzione per far votare i fuori sede. Sono 5 milioni di cittadini che si vedono negati i diritti costituzionali. Solo in Italia, Malta e Cipro tra i paesi europei non viene consentito il voto a chi abita fuori dal comune di residenza. Per votare in Italia è più facile vivere all’estero piuttosto che essere uno studente o lavoratore fuori sede in Italia. Un paradosso che va avanti da anni.

Nel tempo sono stati fatti dei tentativi ma nulla di risolto e anche a queste elezioni politiche ci sarà un numero più alto di astenuti proprio anche a causa di questo problema. Si parla di astensionismo involontario, ovvero persone che vorrebbero votare ma non possono perché non messi nella condizione di poterlo fare. Il 10,5% del corpo elettorale è impossibilitato a votare.

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Diritti negati a chi lavora o studia fuori dal proprio comune di residenza

Questo squilibrio riguarda soprattutto le regioni del Sud Italia, dove più di 1,6 milioni di persone non sono più nel loro comune di residenza per motivi di studio o lavoro. È proprio in queste zone d’Italia che il tasso di partecipazione è più basso. Il compito spetta al Parlamento di garantire tutti i diritti ed eliminare qualsiasi ostacolo, come ricorda la stessa carta costituzionale. In questo momento viene violata la Costituzione e il suo principio di sovranità popolare.

Negli anni ci sono stati diversi tentativi. Il Movimento 5 Stelle aveva proposto di far votare i fuori sede nelle prefetture o anche tramite strumenti digitali. Italia Viva aveva inserito inserire i seggi dei luoghi interessati, permettendo a un fuori sede di fare richiesta di “trasferimento” del voto dal Comune di residenza a quello in cui lavora o studia. Il Pd invece aveva proposto di far accedere al voto i fuori sede presentando domanda 45 giorni prima. Ma tutte queste proposte sono state ostacolate in qualche modo.

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